Atm è al collasso e lo vedono purtroppo ogni giorno i cittadini alla fermata che aspettano anche mezz’ora che passi il bus o il tram sotto il sole cocente. A renderlo ancor più evidente è quanto detto dall’Ad di Atm (anche presidente di Atac, azienda nota da tempo per la sua inefficienza): considerare la proposta di un biglietto più caro per i turisti e pendolari. Come si fa a Venezia. Esattamente il contrario delle politiche tariffarie delle città europee.

Chi lo dice alla macchinetta emettitrice dei biglietti della metro che l’euro ricevuto è di un tedesco e non di un milanese? Chi spiega al giornalaio di Porta Garibaldi che prima di vendere un biglietto Atm deve chiedere la carta d’identità? Chi spiega all’Atm (conosciuta in Europa per partecipare a gare che a Milano non si possono fare ma sempre meno apprezzata dai milanesi) che nelle capitali europee i turisti hanno addirittura uno sconto se usano i mezzi con ticket giornalieri? A Zurigo il biglietto te lo paga l’albergo.

Anziché chiedere scusa ai milanesi (che comprando un ticket da 90 minuti prima dei tagli potevano fare lunghi percorsi, mentre oggi con i tagli servono due ticket per lo stesso percorso), il Comune e l’Assessore ai Trasporti cosa fanno? Scaricano le colpe del disastro organizzativo sul costi finanziari della M4 e della M5. Oggi, con -500 tranvieri, il sistema sta in piedi grazie al sacrificio dei tranvieri rimasti, costretti a turni impossibili dalle continue violazioni della normativa sull’orario di lavoro. Con questa situazione e se i salari d’ingresso resteranno da fame, il collasso tecnico si protrarrà in futuro.

Rende tutto chiaro la lettera di dimissioni di un tranviere ai colleghi. “Buongiorno, come ormai sapete tutti circa una settimana fa ho dato le dimissioni, mi dispiace essere andato via perché in questi 3 mesi mi sono trovato bene con tutti i colleghi, ma purtroppo tutte le promesse che l’azienda aveva fatto non sono state mantenute, vado in ordine cronologico: in fase di colloquio mi avevano detto che per agevolarmi mi avrebbero assegnato al deposito più vicino a casa mia; invece mi hanno assegnato a una rimessa lontano da casa senza avvisare o chiedere se ero d’accordo. Mi avevano detto che i turni li avrei saputi 17 settimane prima, invece per sapere il turno del giorno dopo in questi tre mesi ho sempre dovuto aspettare almeno le 12-13 ore, anzi a volte ho dovuto chiamare io per chiedere il turno del giorno dopo (nessuno in fase di colloquio mi ha mai detto che per almeno 5-6 mesi sarei stato disponibile); mi avevano spiegato che gli straordinari venivano chiesti tramite bigliettino, invece ho ricevuto chiamate a tutte le ore, anche mentre ero in guida o durante il giorno di riposo, nonostante non abbiamo la reperibilità, e addirittura l’ufficio orari quando ho rifiutato gli straordinari si è permesso di rispondere male e di chiedermi il motivo. Prima di lavorare in questa azienda avevo già lavorato per altre e posso dire con certezza che questa è quella dove mi sono trovato peggio. Queste sono le motivazioni che mi hanno spinto a dare dimissioni dopo soli 3 mesi. Spero che questo messaggio possa esservi d’aiuto per migliorare le cose. Buon lavoro a tutti”.

Con la continua emorragia di addetti tra pensionamenti e dimissioni volontarie e le assunzioni al lumicino (visti i salari da fame e ritmi di lavoro eccessivi), la crisi di Atm si sta mostrando letale per la vivibilità e l’ambiente della città e per l’azienda stessa. La “rimodulazione del servizio” attuata da Atm, entrata in vigore nel mese di novembre 2023, si è rivelata un massiccio taglio di bus, tram e metro che assommano a 400mila corse l’anno, responsabili delle lunghe attese alle fermate, dei disagi per i cittadini nonostante le plateali proteste dei comitati di quartiere. E’ diventato inevitabile il ritorno all’automobile per molti che la volevano lasciare a casa. L’Atm con il pretesto dell’entrata in attività (parziale) della M4 giustifica così la riduzione dei servizi, costringendo i cittadini che non gradiscono lunghe attese al caldo ad usare l’auto. Chi torna all’automobile avrà il vantaggio di trovare le strade meno congestionate dai mezzi pubblici, sembra dire l’Atm. Una tesi che in nessuna città europea potrebbe prendere piede se non a Milano, dove la sosta è ridiventata selvaggia, l’aria continua a peggiorare. l contratto di servizio Comune e Atm rinnovato senza gara è una delle cause della gestione deresponsabilizzata dell’azienda dei trasporti che, garantita dai contratti di servizio, continua la sua “decadenza”.

Finalmente, l’Agenzia della Mobilità Metropolitana ha fornito il numero dei mezzi pubblici circolati visto che il maggiore azionista dell’Agenzia, il Comune di Milano, non li rendeva pubblici. Il Comune dovrebbe rendere pubblico se le corse tagliate, programmate e non, sono ancora oggetto di contributi pubblici all’Atm e sono servite per coprire i “buchi” della M4. E’ cosi che il Comune tiene sotto controllo i conti che sarebbero “gravati” da un pesante onere di servizio pubblico, che ne impedirebbe l’equilibrio di bilancio?

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