Si aggrava di ora in ora il bilancio dei disordini scoppiati ieri in Bangladesh, che hanno portato alle dimissioni e alla partenza dal Paese della premier Sheikh Hasina. Secondo i media locali, almeno 109 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite. Più di una decina di persone sarebbero state uccise quando i manifestanti hanno dato fuoco a un hotel di proprietà di un leader del partito di Hasina, nella città sudoccidentale di Jashore. Altre violenze a Savar, alle porte di Dacca, hanno causato la morte di almeno 25 persone, mentre 10 persone sono morte nel quartiere Uttara della capitale. Quello di ieri è stato il giorno più letale da quando sono iniziate le proteste contro le quote di assunzione del governo all’inizio di luglio, con un bilancio totale di 409 morti, secondo un rapporto dell’Afp basato su fonti della polizia, ufficiali e ospedaliere.

Hasina si è dimessa sotto la crescente pressione delle proteste studentesche ed è fuggita in elicottero, atterrando in India nella città nordorientale di Agartala. Secondo fonti di intelligence, l’India è disponibile a offrire all’ex premier “un passaggio sicuro”. Il capo dell’esercito Waker-Uz-Zaman ha dichiarato che formerà un governo ad interim dopo averne discusso con il presidente Mohammad Shahabuddin e di essere già entrato in contatto con i principali partiti di opposizione e con membri della società civile, ma non con la Lega Awami della premier. “Il Paese ha molto sofferto, l’economia è stata colpita, molte persone sono state uccise. E’ tempo di porre fine alla violenza”, ha detto. “Se la situazione migliora, non ci sarà bisogno di ricorrere allo stato d’emergenza“, ha assicurato promettendo che le nuove autorità avrebbero indagato su “tutti gli omicidi” commessi durante le proteste. Adesso “il compito degli studenti è di restare calmi e di aiutarci”.

Il fronte studentesco ha già avanzato la sua proposta sul nome che vorrebbe alla guida del nuovo esecutivo. Nahid Islam, tra gli organizzatori delle proteste, ha affermato che il pioniere del microcredito e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus è la loro scelta come capo dell’annunciato governo ad interim. In un video pubblicato sui social media Islam ha detto che i leader dei dimostranti hanno già parlato con Yunus, che ha acconsentito a prendere il potere considerando l’attuale situazione del paese. Negli ultimi anni Yunus ha dovuto affrontare una serie di accuse di corruzione per le quali è stato condannato a gennaio.

Secondo il quotidiano Daily Star Yunus avrebbe accettato l’offerta. “Quando sono stato contattato per conto degli studenti, all’inizio non ero d’accordo. Ho detto loro che avevo molto lavoro da finire. Ma gli studenti me lo hanno chiesto ripetutamente”, avrebbe detto Yunus, secondo quanto riportato dalla fonte citata dal Daily Star. Yunus ha aggiunto: “Se gli studenti possono sacrificarsi così tanto, se la gente del paese può sacrificarsi così tanto, allora anch’io ho una certa responsabilità. Poi ho detto agli studenti che posso assumerla”.

Questa mattina il presidente Mohammed Shahabuddin ha sciolto il parlamento per far posto alla formazione di un governo provvisorio. La decisione presa è arrivata dopo un incontro tra Shahabuddin, i capi delle tre forze armate, i leader di vari partiti politici, i rappresentanti della società civile e i leader del movimento Studenti contro la discriminazione.

Tra i primi risultati della rivolta c’è anche il rilascio dell’ex premier e leader dell’opposizione, Khaleda Zia dopo anni di arresti domiciliari. “È stata liberata”, ha detto A.K.M Wahiduzzaman, portavoce del Bangladesh National Party, il giorno dopo l’ordine di rilascio impartito in seguito alla presa di controllo da parte dei militari.

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