“Sono onorato della fiducia dei manifestanti che desiderano che io guidi il governo ad interim”. Parola di Muhammad Yunus, che ha affidato una dichiarazione scritta all’Afp dopo aver accettato l’offerta di presiedere l’esecutivo temporaneo di Dacca. “Se è necessario agire in Bangladesh, per il mio Paese e per il coraggio del mio popolo, allora lo farò”, ha aggiunto, chiedendo anche “elezioni libere”. Il nome del pioniere del microcredito e premio Nobel per la pace 2006 è stato messo sul tavolo delle trattative dal movimento degli “Studenti contro la discriminazione“, che hanno avuto un ruolo determinante nelle proteste scoppiate ieri nel paese asiatico e che hanno portato alle dimissioni e alla partenza dal Paese della premier Sheikh Hasina. In serata la nomina del Premio Nobel da parte dek presidente Mohammed Shahabuddin. La decisione è stata ufficializzata durante un incontro tra il presidente Shahabuddin e i coordinatori del Movimento studentesco. All’incontro erano presenti anche i capi delle tre forze armate.
Intanto l’ex capo del governo è fuggita in elicottero, atterrando in India nella città nordorientale di Agartala. Secondo fonti di intelligence, l’India è disponibile a offrire all’ex premier “un passaggio sicuro”. Il capo dell’esercito Waker-Uz-Zaman ha dichiarato che formerà un governo ad interim dopo averne discusso con il presidente Mohammad Shahabuddin e di essere già entrato in contatto con i principali partiti di opposizione e con membri della società civile, ma non con la Lega Awami della premier. “Il Paese ha molto sofferto, l’economia è stata colpita, molte persone sono state uccise. E’ tempo di porre fine alla violenza”, ha detto. “Se la situazione migliora, non ci sarà bisogno di ricorrere allo stato d’emergenza“, ha assicurato promettendo che le nuove autorità avrebbero indagato su “tutti gli omicidi” commessi durante le proteste. Adesso “il compito degli studenti è di restare calmi e di aiutarci”.
Questa mattina il presidente Mohammed Shahabuddin ha sciolto il parlamento per far posto alla formazione di un governo provvisorio. La decisione è arrivata dopo un incontro tra Shahabuddin, i capi delle tre forze armate, i leader di vari partiti politici, i rappresentanti della società civile e i leader studenteschi. Tra i primi risultati della rivolta c’è anche il rilascio dell’ex premier e leader dell’opposizione, Khaleda Zia dopo anni di arresti domiciliari. “È stata liberata”, ha detto A.K.M Wahiduzzaman, portavoce del Bangladesh National Party, il giorno dopo l’ordine di rilascio impartito in seguito alla presa di controllo da parte dei militari.
Intanto il bilancio degli scontri si aggrava di ora in ora. Secondo i media locali, almeno 109 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite. Più di una decina di persone sarebbero state uccise quando i manifestanti hanno dato fuoco a un hotel di proprietà di un leader del partito di Hasina, nella città sudoccidentale di Jashore. Altre violenze a Savar, alle porte di Dacca, hanno causato la morte di almeno 25 persone, mentre 10 persone sono morte nel quartiere Uttara della capitale. Quello di ieri è stato il giorno più letale da quando sono iniziate le proteste contro le quote di assunzione del governo all’inizio di luglio, con un bilancio totale di 409 morti, secondo un rapporto dell’Afp basato su fonti della polizia, ufficiali e ospedaliere.