La pugile Angela Carini ha subito pesanti pressioni prima del suo incontro contro l’algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024. Dopo le diverse indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, ora la conferma arriva direttamente dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in un’intervista a La Stampa ha rivelato di alcuni messaggi ricevuti dall’atleta azzurra. “Tutto viene strumentalizzato oggi dalla politica. A destra come a sinistra. Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta nei giorni precedenti l’incontro dall’Iba“. Ovvero l’Associazione internazionale di boxe. Proprio chi un anno escluse dai Mondiali la pugile Khelif e anche la sua collega di Taiwan Lin Yu Ting, accusandole di avere “cromosomi maschili XY” in base a un test di verifica del sesso. Test che è stato duramente contestato dal Cio, che invece ha ammesso le due pugili spiegando di utilizzare gli stessi parametri di verifica già in vigore dalle Olimpiadi di Rio 2016. Dietro il caso Khelif, montato dalla destra italiana e americana, c’è anche lo scontro proprio tra l’Iba e il Cio: il Comitato olimpico internazionale infatti ha escluso l’associazione dall’organizzazione delle Olimpiadi (già a Tokyo) e si occupa direttamente della gestione delle competizioni di pugilato. Secondo il Cio, l’Iba non soddisfatto le condizioni relative a buon governo, finanza, trasparenza e integrità sportiva.

La polemica scatenata dal match Khelif-Carini, con l’azzurra che ha abbandonato il combattimento dopo 46 secondi del primo round, è stata cavalcata anche dall’Associazione di boxe internazionale. Che infatti aveva deciso provocatoriamente di assegnare alla pugile italiana il premio in denaro previsto per la vincitrice del torneo: un’offerta rifiutata dalla Federazione italiana e dalla stessa Carini. Nel frattempo il Cio aveva smontato le accuse all’algerina Khelif, spiegando che secondo le loro informazioni “fu squalificata dai Mondiali senza un giusto processo e fu vittima di una decisione arbitraria”. Quei test effettuati dall’Iba sono stati fortemente contestati dal Cio, perché basati su parametri che sono cambiati in corsa. Insomma, non c’è nessuna prova che Khelif abbia i cromosomi XY propri degli uomini. Secondo le regole del Cio, invece, i valori dell’atleta rispettano le soglie stabilite per competere in campo femminile: Khelif – per quello che sappiamo – è un’atleta intersex e iperandrogina. Ovvero, una donna con una eccessiva produzione di ormoni maschili (androgeni), in particolare di testosterone.

Una versione confermata anche da Malagò nella sua intervista a La Stampa: “Ho ricevuto dalla massima autorità medica del Cio il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif al torneo. Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela. Non lancio nessun j’accuse ma non mi sorprendo affatto che la questione sia diventata politica“. Insomma, per il presidente del Coni la serenità della pugile Carina è stata rovinata dai messaggi dell’Iba ma anche da quelle indiretti ricevuti dalla politica italiana: sono intervenuti perfino la premier Giorgia Meloni e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Una polemica enorme – peraltro cominciata con accuse del tutto infondate a Khelif – che ha parecchio infastidito Malagò, come ammetto lui stesso: “Sa che cosa mi ha dato fastidio più di tutto? Che i media per un paio di giorni abbiano parlato più di questo caso che delle medaglie vinte da atleti che si preparavano da anni”.

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