In un’epoca nella quale ogni decisione può fare la differenza per il benessere della collettività non si può che rimanere piacevolmente sorpresi di come l’ingegno umano possa arrivare a concepire soluzioni che superano steccati e integralismi, almeno dal punto di vista tecnologico.
Allora siamo in Corea del Sud, esattamente in autostrada, un pezzo di asfalto lungo ben 32 chilometri che collega Daejeon a Sejong. Qui, il Governo coreano ha pensato bene di realizzare una pista ciclabile al centro delle quattro corsie completamente protetta e ricoperta da pannelli solari sopraelevati.
Le barriere laterali eliminano ogni sorta di pericolo per coloro che scelgono la soluzione di mobilità su due ruote a pedali. E allo stesso tempo i pannelli solari sopra la ciclabile riescono ad alimentare la pista ciclabile stessa (ad esempio per l’illuminazione) e anche tutta la zona circostante.
Insomma, un’autostrada trasformata da una parte in una via di fuga dallo stress delle megalopoli e dall’altra in una centrale elettrica. Una sorta di inno all’innovazione, l’esempio pratico, anche se in laboratorio che si possono trasformare le autostrade da semplici arterie di collegamento a fonti di vita sostenibile,
Non solo un esperimento, che comunque produce 2.200 MWh l’anno, bensì, un progetto che fa parte di una strategia ben precisa del Paese asiatico, che nel 2034 vuole arrivare ad una percentuale di energia da fonti pulite del 40%, rispetto all’attuale 15%, riducendo al massimo l’utilizzo del carbone e quindi le emissioni di CO2.
L’ennesima dimostrazione che se si vuole innovare si può, anche se in realtà si dovrebbe. E magari, forse sarebbe il caso che anche dalle nostre parti qualcuno si decidesse anche solo a provare a portare avanti progetti del genere. Non solo a parole, ma nei fatti concreti.