Ci risiamo. Alle Olimpiadi di Parigi, purtroppo, il tema del giorno (e dell’intera edizione) continua a essere l’inquinamento e l’impraticabilità della Senna. A far riflettere, ora, è il paradosso che incombe sulla figuraccia più grande di questi Giochi: gli allenamenti in programma oggi – martedì 6 agosto – sono stati annullati (la quinta sessione sospesa, per l’esattezza) perché l’acqua è stata ritenuta “non adatta per nuotare“, ma le gare si faranno. Infatti, secondo le dichiarazioni del Comitato organizzatore, la Senna è tornata “balneabile” in pochissimo tempo. Dopo il triathlon anche gli atleti in gara per il nuoto in acque libere sono in balia di alcune decisioni che hanno provocato, oltre alle polemiche, anche diversi problemi di salute tra gli atleti. Tra i partecipanti alle gare di nuoto, anche Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza che non hanno fatto mancare il loro disappunto. Loro dovrebbero immergersi per 10 km nella Senna il prossimo 9 agosto. Il giorno prima toccherà alle donne, comprese le azzurre Giulia Gabrielleschi e Ginevra Taddeucci.

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Le rassicurazioni del Comitato
“La Senna è balneabile e le gare possono svolgersi“. Spiazzanti le parole di Anne Descamps – portavoce del Comitato organizzatore di Parigi – annunciate nella conferenza quotidiana al Media Center di Parigi. “Il 5 agosto le concentrazioni di escherichia coli erano molto basse nei tre punti dove sono stati prelevati i campioni. Le analisi sono state eseguite correttamente e c’è la balneabilità. Alle 6.30 di questa mattina sono stati prelevati dei campioni, i risultati delle analisi sono arrivati alle 10.30 e i valori per gli enterococchi sono fra 242 e 378, quindi all’interno dei margini stabiliti per la balneabilità”. Una contraddizione rispetto alla scelta di cancellare gli allenamenti di Paltrinieri e colleghi, che viene spiegata così: “C’è un solo valore al di sopra della soglia ma relativo a un punto dove è stato prelevato un campione molto lontano dal sito delle gare. Ci siamo basati sui risultati sui test di laboratorio relativi ai campioni presi 24 ore prima della gara, sono decisioni che vengono prese con la dovuta prudenza e ci saranno prove per gli atleti per far loro conoscere le condizioni della Senna sempre che ci siano ottime condizioni meteo“.

La denuncia del Belgio
Gli organizzatori hanno deciso di non passare al piano B più volte ipotizzato, la balneabilità della Senna dipende da quanta pioggia cade e ad essere penalizzati sono gli atleti che non possono testare il proprio campo e rischiano di risalire a riva con qualche problema, anche sconosciuto. Il triatleta canadese Tyler Mislawchuk, infatti, ha raccontato di aver vomitato “10 volte” al termine della sua prova. E anche altri hanno descritto come un incubo il nuoto nella Senna: “Ho visto cose a cui non dovrei pensare”. E dopo il primo caso di Escherichia coli – il batterio presente nel fiume – della belga Claire Michel (“Sono stata curata bene e mi riprenderò. Sono però davvero devastata per la squadra e mi dispiace finire i Giochi in questo modo”), la sua federazione belga ha deciso di non partecipare alla staffetta mettendosi contro l’organizzazione.

“Una situazione borderline”
“Una cosa è fare una gara corta come il triathlon, un’altra è nuotarci 10 km. Adesso la situazione è borderline“, parola del presidente del Coni Giovanni Malagò intervistato da La Stampa. E se le polemiche non si placano, la fiducia di Malagò rimane ancora intatta: “Sono fiducioso. Tanto che ho chiesto, quale membro Cio, di fare la premiazione di quella gara“. E adesso l’unica cosa da fare, soprattutto per gli atleti vittime di questa situazione paradossale, è sperare che non piova.

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