Lunedì la tv israeliana Channel 12 è stata tra i primi media israeliani a fare il suo nome. Oggi la voce è rimbalzata su alcuni siti e appena è stata rilanciata da Al Arabiya ha fatto il giro del mondo. In tarda mattinata l’emittente saudita ha reso noto che Hamas avrebbe nominato il successore di Ismail Haniyeh, ucciso mercoledì scorso a Teheran. Il suo nome sarebbe Muhammad Ismail Darwish, attualmente a capo del Consiglio della Shura dell’organizzazione al potere nella Striscia di Gaza. Poco dopo è arrivata una smentita: “Ciò che circola su alcuni media e piattaforme di social non è vero”, ha fatto sapere Izzat Al-Rishq, funzionario di Hamas.
Il suo nome ha un peso nel movimento, nei cui ambienti è noto anche come Abu Omar Hassan. Secondo Channel 12, Darwish è originario dei campi profughi in cui vivono i palestinesi in Libano e “nel corso degli anni è diventato l’uomo più forte nell’impero economico dell’organizzazione”. “In virtù di questa posizione, è stato coinvolto nella direzione dei trasferimenti di denaro dall’Iran ad Hamas e negli investimenti (effettuati dall’organizzazione, ndr) in tutto il mondo”. Ai vertici di Hamas Darwish è visto come una figura di compromesso tra lo schieramento più aggressivo guidato dal leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, e l’ala politica più dialogante fino alla sua morte guidata da Haniyeh, che include Khaled Mashaal, i cui rapporti con Hezbollah e l’Iran sono precari. Una debolezza che sabato, durante un incontro dei leader tenuto in Qatar, ha fatto propendere l’ago della bilancia verso Darwish. Una scelta stata approvata da Sinwar, con il quale tuttavia, secondo indiscrezioni, la comunicazione non sarebbe proprio fluida e continua.
Una vita di militanza trascorsa nell’ombra: mai una dichiarazione pubblica, mai un passaggio sotto ai riflettori. Oggi a capo del Consiglio della Shura – dove ha preso il posto di Osama al-Mazini, assassinato poco dopo l’attacco a Israele del 7 ottobre – secondo Al Arabiya, Darwish guiderà l’ufficio politico dell’organizzazione con un incarico ad interim, fin quando non sarà organizzato un nuovo voto: il Consiglio della Shura elegge il Politburo ogni quattro anni. Ma secondo Al-Rishq i tempi non sono ancora maturi: “Il movimento prenderà l’iniziativa di annunciare i risultati delle sue consultazioni una volta completate”.