Cronaca Nera

La aspetta fuori dal veterinario e le spara poi confessa dal tabaccaio. A Fonte Nuova il 51esimo femminicidio quest’anno in Italia

Le ha sparato con una pistola nella sua auto, poi è andato a confessare il femminicidio in una tabaccheria. E’ successo a Fonte Nuova, alle porte di Roma. La vittima si chiamava Annarita Morelli e aveva 72 anni. A toglierle la vita il marito, Domenico Ossoli, 74 anni, ex autista di autobus, con la passione per la caccia. Per questo era in possesso di un’arma, quella con cui ha aperto il fuoco contro la moglie. La coppia – che ha 3 figli – si stava separando. I carabinieri di Mentana e della compagnia di Monterotondo stanno indagando per accertare dinamica e movente del femminicidio: all’arrivo della pattuglia Ossoli ha subito consegnato la pistola è stato fermato. A trovare il corpo della 72enne è stato proprio il titolare della tabaccheria in cui l’uomo è entrato dopo aver sparato.

Un femminicidio che ha quasi i contorni di un agguato o comunque di un’aggressione premeditata. Morelli era andata con la sua auto, una Panda rossa, da una veterinaria da cui portava periodicamente i gattini della sua colonia felina. Ha parcheggiato nello spiazzo davanti a un centro anziani del paese, per poi raggiungere lo studio medico e ritirare la ricetta medica per i suoi gatti. Un ultimo saluto alla dottoressa e poi il ritorno all’auto. Ad attenderla, però, c’era il marito. Ossoli ha estratto la pistola e ha esploso un colpo verso la donna, seduta al posto di guida, uccidendola sul colpo. Poi la confessione di fronte al tabaccaio che – incredulo – ha trovato il corpo senza vita della 72enne e poi ha dato l’allarme. Il 118 non ha potuto che constatare il decesso.

Si tratta del 51esimo femminicidio quest’anno in Italia. “Stavo andando anch’io dalla dottoressa quando ho visto la strada chiusa e i carabinieri a presidiare la zona – aggiunge Alessia, una delle testimoni ascoltate dall’agenzia Ansa -. Inizialmente non avevo capito cosa fosse successo, poi mi sono avvicinata e ho visto il cadavere della donna e l’uomo in manette. Sono scoppiata in lacrime“. “Ho sentito un rumore fortissimo, ma non credevo fosse uno sparo – spiega una residente -. Poi affacciandomi alla finestra ho visto la macchina al centro del parcheggio con una donna accasciata e lì ho capito che comunque era successo qualcosa. Successivamente ho visto l’uomo nella macchina dei carabinieri mentre lo portavano via e mi sembrava tranquillissimo, non mostrava alcun segno di disperazione o di rassegnazione”.