Cinema

“Non voglio più fare l’attrice”: l’annuncio di Kasia Smutniak

L’ex modella, oggi 45enne, ma da vent’anni in scena, ha spiegato a La Stampa: “Penso sia la decisione più punk che ho preso anche perché l'ho maturata in un momento bellissimo della mia carriera”

di Davide Turrini
“Non voglio più fare l’attrice”: l’annuncio di Kasia Smutniak

Non voglio più fare l’attrice e penso sia la decisione più punk che ho preso”. Kasia Smutniak dice arrivederci, anzi quasi un addio, al mondo del cinema, più precisamente come recitazione davanti alla macchina da presa. L’ex modella, oggi 45enne, ma da vent’anni in scena, ha spiegato a La Stampa: “Non voglio più fare l’attrice e penso sia la decisione più punk che ho preso anche perché l’ho maturata in un momento bellissimo della mia carriera”. “Da più di vent’anni racconto storie e ho creduto davvero, ogni volta, che valesse la pena raccontarle. A un certo punto la realtà che mi circondava, le persone che incontravo, le loro vicende, mi sembravano più interessanti di quelle che mi capitava di interpretare”, ha continuato. “

Mi sono chiesta, ma cosa sto raccontando? Ho deciso di fermarmi per seguire un puro istinto”. Smutniak ha compiuto una scelta sicuramente punk. Tanto che, come ha specificato l’attrice nell’intervista, è proprio il folle, distruttivo, assurdo mondo dello showbiz romanocentrico a non averla immediatamente presa sul serio: “Dopo l’ho detto alla mia agente, all’ufficio stampa, a chi lavora con me. Non credo che l’abbiano capito tutti. Probabilmente pensano sia una cosa passeggera”. Di origine polacca, ma naturalizzata italiana, Smutniak esordì al cinema nel 2000 come coprotagonista di Al momento giusto, commedia diretta ed interpretata da Giorgio Panariello, dove lei appare come collega del mediocre giornalista Perozzi (Panariello stesso). Al suo secondo set, nel 2003, Radio West incontra Pietro Taricone, uno dei volte della prima edizione del Grande Fratello che cerca di sfondare nel cinema. Film non malvagio, con soggetto di Marco Bellocchio, su un gruppetto di militari italiani volontari nella guerra in Kosovo. Tra Smutniak e Taricone scatta l’amore e dopo un anno nasce Sophia. Taricone morirà tragicamente nel 2010 durante un’esercitazione di paracadutismo, disciplina di cui era appassionato.

Mi hanno chiesto tutti di parlarne e non l’ho mai fatto. Quando è successo la cosa più difficile è stata rimanere qui, in Italia. Sarebbe stato più facile tornare nel mio Paese”. Dal 2007 lavorando Peter Dal Monte, poi con Davide Ferrario in Tutta colpa di Giuda, e ancora in La Passione di Carlo Mazzacurati, Smutniak si ritaglia uno spazio recitativo che va oltre la meraviglia della sua naturale bellezza fisica, tanto che sarà nel cast del fortunato campione d’incassi Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese e poi in una robusta parte di Made in Italy diretta da Luciano Ligabue. Nel 2023 Smutniak ha diretto il suo primo film, un documentario intitolato Mur, sorta di sguardo trasversale sulla doppiezza morale nell’accoglienza dei profughi da parte del suo paese natale, la Polonia: aperta per gli ucraini in fuga dai russi, pronta a erigere muri sul confine bielorusso per contrastare le fiumane di migranti africani e asiatici. Mur, prodotto dall’attuale marito della Smutniak, lo storico produttore e distributore Domenico Procacci, è finito nella cinquina finale dei migliori documentari per i David di Donatello, giusto qualche mese fa. Chissà che la strada nuova della regia sia il futuro dell’oramai ex attrice?

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