“Credo che le immunità della politica siano calate oltre ogni limite seguendo un certo populismo e un certo giustizialismo“. In trasferta a Roma per incontrare gli alleati nazionali del centrodestra, Giovanni Toti ribadisce un’altra volta il suo obiettivo: ottenere uno scudo normativo che gli consenta di salvarsi dal processo per corruzione e finanziamento illecito (lunedì è arrivato il rinvio a giudizio) o quantomeno di evitare a sè e ai suoi colleghi di essere arrestati per questo tipo di reati, com’è successo a lui. E questa protezione, Toti non lo nasconde, si chiama immunità: “Si ritiene che chi fa politica abbia dei privilegi, e sono stati tolti senza tenere conto che quei privilegi non sono per chi li incarna, ma privilegi del potere popolare che rappresenta”, afferma. In questo senso l’ex governatore, tornato libero da pochi giorni dopo le dimissioni dalla carica, strizza l’occhio al leader leghista Matteo Salvini, che lo ha difeso a spada tratta nei suoi quasi tre mesi ai domiciliari: “Io credo che servirebbe un allargamento delle immunità dai parlamentari ai ministri, perché vedere un ministro dell’Interno che per le sue politiche sull’immigrazione è processato per sequestro di persona, credo sia qualcosa di surreale per un Paese normale e civile”, dice, in riferimento al processo di Palermo sul caso Open Arms. “E penso che anche i sindaci e i governatori dovrebbero avere una protezione, che non è per Toti, ma è protezione del mandato popolare che ti è stato affidato”, conclude.
Nella sua giornata nella Capitale, il leader di Italia al Centro ha incontrato proprio Salvini insieme al viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, uno dei nomi in pole per correre per la presidenza della Liguria alle Regionali del 27 e 28 ottobre (anche se lui finora si è tirato indietro). Prima, al mattino, il vertice a Montecitorio con i parlamentari di Noi moderati, il gruppo di cui fa parte Italia al Centro: Maurizio Lupi, Ilaria Cavo (altra papabile candidata a succedere a Toti in Liguria) e Pino Bicchielli. Non c’è stato invece il faccia a faccia con il leader di Forza Italia Antonio Tajani, che però, rispondendo ai cronisti, lo ha difeso con un’affermazione falsa: “Mi pare singolare si faccia un processo mentre si va in campagna elettorale, perché si tenta così di condizionare il voto”, ha detto. Il processo, però, inizierà una settimana dopo il voto, precisamente il 5 novembre. Il ministro degli Esteri, in ogni caso, non ha dubbi: nella vicenda c’è “qualche cosa di troppo politicizzato”, dice. “Non è la questione Toti ma una questione di principio. Non è che una parte minoritaria della magistratura deve sostituirsi alla politica, perché chi guida le istituzioni è stato eletto dal popolo e bisogna sempre rispettare la volontà popolare”.