Salute

Una gara da vincere: il ritorno a una sanità universale

Siamo in agosto. In Italia la comunicazione ha meno sostenitori. I cittadini sono in vacanza e gli unici che hanno grande ascolto ed attenzione sono i Giochi Olimpici di Parigi. Il resto, compreso le guerre e le elezioni americane, perdono consensi e veleggiano lentamente in un mare senza vento.

Quello che resta al centro delle mie attenzioni è l’evolversi della situazione della salute degli italiani intesa come possibilità di curarsi.

La sanità diviene sempre più privata, in particolare in Regione Lombardia dove i privati accreditati coprono circa il 70% delle prestazioni mutualistiche, creando maggior attesa e deviando verso il privato puro le loro convenzioni. Questo porta ad attese infinite che il privato non può, e direi non deve, proprio utilizzare.

Le fasce medio-basse sono sempre più in difficoltà e la necessità di salute e la possibilità di curarsi aumenta, come un gatto che si morde la coda, e riporta il testimone, come in una staffetta, alla maggior richiesta spesso inevasa. La medicina di base è spesso inadeguata e riversa sugli specialisti e sugli ospedali quello che dovrebbe dare lei come primo accesso per risolvere almeno le patologie iniziali, e non farle diventare di esclusiva pertinenza di strutture più complesse.

I governi che si sono susseguiti, di destra e di sinistra, non riescono assolutamente a mettere un freno per salvare il nostro fiore all’occhiello che era il Sistema Sanitario Nazionale. Anzi, spesso sembra remino contro comunque immersi in acque non sempre pulite, come quelle della Senna dove vorrebbero immergere esseri umani indifesi e farli gareggiare senza un controllo, senza una idea che possa avere come unico obiettivo la loro salute senza se e senza ma.

Tante volte ho cercato in questi anni di aprire gli occhi con proposte semplici dalla parte di tutti, ma sembra che l’unico modo di avere consenso sia promettere nuovi guadagni. Anche l’attuale Ministro della Salute Schillaci e l’attuale Assessore alla Sanità della Regione Lombardia Bertolaso non fanno altro che stanziare fondi, in parte del Pnrr, come se ce li regalassero. Non pensano che lasceremo ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli, l’onere della restituzione incondizionata? Non pensano invece che occorrerebbe limitare lo strapotere dei privati nel gestire la salute di tutti?

In questa ottica si inserisce lo studio della Uil che pone il Ssn ad un punto di non ritorno, come una boa in mezzo al mare che si allontana mentre ci si avvicina. Lascio a voi la lettura completa ma dall’approfondimento condotto emerge che una persona che necessitasse di un ricovero per bassa complessità assistenziale, in assenza del Ssn, dovrebbe sostenere una spesa giornaliera che varia da un minimo di 422 euro fino a un massimo di 1.178 euro in Lombardia, da un minimo di 435 a un massimo di 1.278 euro nel Lazio e da un minimo di 552 a un massimo di 1.480 euro in Calabria.

Se il ricovero fosse ad alta complessità assistenziale, la somma aumenterebbe e, al giorno, si andrebbe da un minimo di 630 fino a 1.470 euro in Lombardia, da 530 a 1.800 euro nel Lazio e da 570 a 1.800 euro in Calabria.

Ora facciamo le meritate vacanze con la consapevolezza che occorre vincere tutti insieme una medaglia d’oro che da tempo ci manca. Sana estate a tutti.