di Pietro Francesco Maria De Sarlo
Come avevo anticipato nel mio ultimo post, la Basilicata avrebbe potuto essere la prima regione del centro destra a chiedere il referendum sulla legge Calderoli. Avrebbe perché il consiglio regionale, composto da 21 membri, ha una maggioranza di 13. Di questi 2 sono di Azione e 1 di Italia Viva. Se avessero votato secondo gli indirizzi dei loro leader nazionali a favore della mozione di opposizione, prime firmatarie le consigliere del M5S Araneo e Verri – cosa che la stampa nazionale non cita mai e chissà perché – questa avrebbe avuto la maggioranza di 11 consiglieri su 21.
Ma, come è sempre più acclarato, dei centristi locali e nazionali non ci si può fidare. Parafrasando proprio Marcello Pittella, presidente del consiglio regionale lucano di Azione, i loro atti sono generalmente “di puro egoismo personale e politico che nulla hanno a che vedere con il destino della Basilicata e dell’Italia”.
Quello che più disgusta e che le loro scelte non le fanno assumendosi la piena responsabilità del proprio operato. A inizio seduta Pittella giustifica l’assenza del consigliere Polese (Italia Viva e suo allievo politico) perché impegnato in una fantomatica ‘missione autorizzata’ senza precisarne i contenuti né chi l’ha autorizzata! Manco fosse una missione del Mossad lucano. Sempre Pittella poi giustifica la propria astensione per il ruolo super partes di presidente del Consiglio. Ma super partes non lo è mai stato per tutti i lavori intervenendo nel merito e dandosi la parola a ogni bisogna. Poi con analoga motivazione avrebbe dovuto astenersi il Governatore Vito Bardi.
Vedremo questa nobile aspirazione pittelliana alla terzietà quanto durerà e su quali delibere cadrà e con quali altre nobili motivazioni. Il capolavoro di ipocrisia lo compie il secondo consigliere di Azione, Morea, che produce una sua mozione, simile a quella di Araneo e Verri, ma a suo dire priva di ideologie e ambiguità. Se la vota da solo! Azione e Italia Viva pensano che siamo tutti fessi!
Anche la maggioranza produce una sua mozione con il capogruppo Napoli. Dopo aver accusato la sinistra di essere la genitrice storica della legge Calderoli (e fin qui…) non si capisce perché poi la appoggi. Che si rendano conto che è una porcata lo si capisce da tutta la mozione che impegna la Giunta a vigilare sui LEP, sulla applicazione della legge e ‘sancisce’ che a difendere gli interessi del Sud e della Basilicata ci penseranno loro. Peccato che neanche questi nobili propositi raggiungano il quorum necessario rendendo così la Giunta priva di qualsiasi indirizzo in materia: complimentoni.
Ma questo sconcio non basta e mi corre l’obbligo civile di segnalare un altro aspetto della discussione. L’atteggiamento costante in ogni consiglio da bullo di Pittella nei confronti della Consigliera del M5S Alessia Araneo che definisce ‘apprendista’. A questo già deplorevole comportamento si aggiunge il Consigliere Leone (FdI) che l’aveva chiamata signorina. Dulcis in fundo quando il Consigliere Chiorazzo lamentava la scarsa presenza di donne in Consiglio l’assessore Cupparo commentava ridacchiando “ce ne sono anche troppe” raccogliendo la risatella complice della consigliera Maddalena Fazzari (FdI). Ma veramente si credono spiritosi? A me paiono invece dei trogloditi medioevali che in un sintetico intervento della Consigliera Araneo vengono messi in riga (non vi permettete!) in un fiat. Di certo la combattiva consigliera non ha bisogno di nessuno per difendersi ma sarebbe stata opportuna una protesta dei consiglieri di minoranza, oltre a quelli senzienti, se ci sono, di maggioranza contro queste ‘diminutio’ volte a intimidire e bullizzare la Consigliera che, per fortuna, non si fa né intimidire né bullizzare. La Basilicata credo, o spero, sia meglio di così.