Tim Walz si è presentato all’America come l’ex insegnante, l’ex allenatore di football, l’Everyman che parla la lingua e capisce i bisogni della gente comune. Tim Walz si è presentato all’America con alcuni degli attacchi più duri mai mossi dai democratici a Donald Trump. Nel corso di un comizio al Liacouras Center della Temple University a Philadelphia, Kamala Harris ha descritto il suo nuovo compagno di corsa come “il tipo di insegnante e di mentore che ogni bambino in America sogna di avere e che ogni bambino merita, l’allenatore in grado di far sentire alle persone che appartengono a qualcosa, in grado di ispirarle a sognare in grande. È questo il tipo di vicepresidente che Tim sarà. Ed è questo il tipo di vicepresidente che l’America merita”. Di fronte a una folla enorme ed entusiasta, che li ha ripetutamente interrotti con applausi, slogan, canti di gioia – molti indossavano braccialetti luminosi con i colori della bandiera americana – Harris e Walz hanno presentato la campagna democratica 2024 come “una battaglia per il futuro” e sottolineato l’urgenza. “Mio Dio, ci restano solo 91 giorni. Va beh, dormiremo quando saremo morti”, ha scherzato Harris.

La serata a Philadelphia ha mostrato come in 40 giorni, dopo la disastrosa apparizione di Joe Biden nel confronto televisivo con Donald Trump, la campagna democratica si sia radicalmente trasformata: dalla contemplazione malinconica e depressa del proprio candidato, dalla convinzione di essere destinati alla quasi certa sconfitta, a un sentimento di gioia incontenibile, alla capacità di guardare con ottimismo al futuro. Il ticket presidenziale democratico – la prima donna nera e asiatica candidata alla presidenza, l’ex magistrata e senatrice della progressista San Francisco, insieme al governatore del Minnesota, l’uomo che rappresenta il Midwest operaio e rurale – sono arrivati a Philadelphia poche ore dopo la scelta di Walz come vice e la nomina di Harris a candidata democratica con il 99 per cento dei voti dei delegati. I due sono saliti sul palco della Temple University sulle note di “Freedom” di Beyoncé. A quel punto, ufficialmente, è partita la sfida democratica a Donald Trump.

Da subito è stata una chiara una cosa. I democratici pensano di contrastare l’appello populistico di Trump con una campagna che esalterà un’altra forma di retorica, quella della gente comune capace di prendere in mano il proprio futuro e salire fino ai gradi più alti della scala sociale. Ha detto Harris: “La promessa dell’America è ciò che apre possibilità infinite a due ragazzi della classe media – una figlia di Oakland, California, allevata da una madre che lavora, e un figlio delle pianure del Nebraska cresciuto lavorando in una fattoria. Perché solo in America, solo in America, è possibile per loro insieme arrivare fino alla Casa Bianca”. Lo stesso tono, la stessa retorica, sono stati utilizzati da Tim Walz, nella sua presentazione al popolo democratico. “Sono un politico che ha imparato a scendere a compromessi senza compromettere i propri valori”, ha detto, “un abitante del Midwest che vive secondo la regola d’oro che vale in materia di scelte personali: ‘Fatti i fatti tuoi’”. Aprendo una finestra proprio sulla sua vita più intima e personale, Walz ha raccontato che lui e sua moglie hanno avuto due figli tramite fecondazione in vitro, dopo anni di lotta contro l’infertilità. “Quando abbiamo accolto nostra figlia al mondo, l’abbiamo chiamata Hope”, ha detto.

Dopo il personale, è venuto il politico. Walz ha di nuovo ripetuto la definizione di Trump e Vance che ha avuto particolare fortuna nei giorni scorsi. “Quei due sono strani”, ha spiegato, “sono inquietanti e sì, dannatamente strani”. Con riferimento al suo rivale J. D. Vance, Walz ha affermato di “non vedere l’ora di dibattere con lui in TV, ovviamente se è disposto ad alzarsi dal divano e venire al dibattito” (un riferimento a una voce mai confermata del passato di Vance, e cioè che avrebbe fatto sesso tra i cuscini di un divano). Sono stati comunque gli attacchi a Trump quelli in cui il governatore del Minnesota ha mostrato la sua verve più feroce. “Donald Trump vede il mondo in modo un po’ diverso da noi”, ha affermato. “Prima di tutto, non sa nulla di cosa significa servire. Non ne ha il tempo, perché è troppo impegnato a servire se stesso”. Quindi, è arrivato l’affondo finale. “I crimini violenti sono aumentati durante la presidenza di Donald Trump. E questo senza contare i crimini che Donald Trump stesso ha commesso”.

La serata a Philadelphia è servita a fissare alcune delle idee, degli slogan attorno a cui presumibilmente si svilupperà la campagna democratica. I due americani medi, onesti e lavoratori, che si battono contro il potente corrotto. I crimini di Trump. La forza universale e trasformativa del Sogno Americano. La scelta di Walz ha avuto il merito non soltanto di portare ulteriore entusiasmo a una campagna già infiammata dall’arrivo di Harris. La scelta di Walz ha avuto l’effetto di rinsaldare un partito di solito segnato da divisioni profonde. “Tim è il cuore profondo dell’America”, ha detto l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, che lo ha avuto come collega nei 12 anni di Walz da deputato. Walz può “riportare la normalità nell’ambiente politico più caotico della nostra storia” ha affermato Joe Manchin, l’ex democratico diventato senatore indipendente della West Virginia. “Sperimentiamo livelli sconcertanti di consenso”, ha scherzato Alexandria Ocasio-Cortez.

È anche già emersa la linea d’attacco con cui i repubblicani intendono reagire al nuovo ticket democratico. “Walz è ossessionato dall’idea di diffondere l’agenda pericolosamente liberal della California”, ha spiegato la portavoce della campagna di Trump, Karoline Leavitt, aggiungendo che “proprio come Kamala Harris, Walz è un estremista pericolosamente liberale e il loro sogno californiano è l’incubo di ogni americano”. La strategia repubblicana, ripetuta ieri da ogni membro del partito e rilanciata dai media conservatori, è dunque soprattutto quella di dipingere Harris e Walz come due pericolosi estremisti, prodotti del liberalismo progressista della West Coast, estranei alla tradizione e ai valori dell’America più vera e profonda.

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