Basta con l’impostare una, due, tre o addirittura quattro sveglie. Al mattino la miglior cosa da fare per la propria salute fisica e mentale è alzarsi dal letto al primo “allarme”. A rilanciare l’argomento, sottolineando gli effetti dannosi dell’utilizzo di più sveglie è stata un’infermiera su TikTok. “Svegliarsi ogni mattina con più sveglie interrompe spesso il ciclo del movimento rapido degli occhi (REM), causando inerzia del sonno, maggiore sonnolenza, stanchezza, sbalzi d’umore e innalzando i livelli di cortisolo”, dice. Secondo l’infermiera, una sequenza di allarmi può scatenare una risposta stressante per l’organismo, specialmente quando impostare più sveglie è un’abitudine quotidiana. Gli effetti nel lungo periodo includerebbero: depressione, problemi cardiovascolari, tensioni, mancanza di sonno e aumento di peso.
La causa scatenante sarebbe l’eccesso di cortisolo, conosciuto come “ormone dello stress”. In pratica, è come sottoporsi a traumi ripetuti. A sostegno della tesi dell’infermiera c’è uno studio condotto dall’Università di Notre Dame e pubblicato sulla rivista Sleep. Il lavoro ha dimostrato che lo “snooze”, cioè quella funzione che permette di posporre la sveglia dopo che è suonata, non solo non facilita il risveglio, ma lo rendeancora più traumatico, in quanto interrompe i cicli naturali del sonno, portando alla cosiddetta “inerzia del sonno”, uno stato di stanchezza o intontimento che spesso si protrae lungo l’intera giornata.
L’inerzia del sonno è uno stato fisiologico di transizione dal sonno alla veglia caratterizzato da una diminuzione della vigilanza, prestazioni ridotte (fisiche, mentali) e disorientamento che può persistere tra 21 minuti e 2 ore. L’inerzia del sonno può variare a seconda di come e quando un individuo si sveglia. Secondo uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Neuroscience, questo meccanismo è dovuto al fatto che le varie zone del cervello impiegano tempi diversi a riattivarsi, nei primi minuti dopo il risveglio. In particolare nei primi 5 minuti dopo il risveglio vi è una dissociazione tra la percezione di essere svegli e il rallentamento delle capacità sensoriali e di integrazione. Solo quando tutte le diverse aree del cervello tornano a lavorare in armonia, si torna perfettamente vigili e coscienti.
Con l’obiettivo di capire come lo snoozing influisce sulla salute e sulla qualità del sonno, i ricercatori dell’Università di Notre Dame hanno esaminato i dati relativi al sonno di 450 adulti. Dall’analisi è emerso che il 57% del campione faceva ricorso abitualmente allo snoozing, e che le donne avevano il 50% in più di probabilità di utilizzare questa strategia per svegliarsi la mattina .Inoltre, è emerso che gli snoozer abituali erano meno attivi durante la giornata e con più disturbi del sonno, rispetto ai non snoozer. Secondo gli scienziati, posporre la sveglia compromette il risveglio naturale. In genere quest’ultimo si verifica negli stadi di sonno leggero, culminando in un aumento del cortisolo, chiamato “risposta di risveglio del cortisolo” (CAR). “La CAR – hanno spiegato i ricercatori – si verifica dopo il risveglio naturale e contrasta l’inerzia del sonno. Quando, invece, è un allarme a svegliarti è poco probabile che ti stia svegliando da un sonno leggero. Se è così, la probabilità di inerzia del sonno aumenta nei primi minuti dopo il risveglio”.
Pertanto, posporre la sveglia altera gli stadi naturali del sonno con effetti nocivi sulla salute. Con lo snooze anche se si ha la sensazione di guadagnare 5 minuti di sonno in più, si incoraggia il corpo a cominciare un nuovo ciclo di sonno che non avrà il tempo di completarsi. La soluzione migliore è dunque quella di assicurarsi di dormire bene e per il tempo necessario. E poi conclude l’infermiera TikToker: “Quando suona la sveglia, è ora di alzarsi”.