Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan: sono le frecce azzurre del ciclismo su pista. Tre anni dopo lo strepitoso oro di Tokio, l’Italia torna a medaglia nell’inseguimento a squadre. Questa volta è un bronzo, che però sa di una grande conferma alle Olimpiadi di Parigi. Nella finale per il terzo posto gli azzurri hanno battuto la Danimarca. Il quartetto dell’Italia, che sabato nella “semifinale” si è dovuto arrendere allo strapotere dell’Australia – detentrice del nuovo record del mondo e medaglia d’oro- ha comunque dimostrato tre anni dopo Tokyo di essere rimasto ai vertici del ciclismo su pista. E la medaglia, seppure del metallo meno prezioso, è comunque pesante: permette all’Italia di aggiornare il medagliere anche oggi, per il 32esimo giorno olimpico consecutivo. Ora le medaglie totali di Parigi 2024 salgono a quota 27.
Nella finale per il bronzo le frecce azzurre hanno vinto più con la tattica e l’esperienza che con la potenza e la velocità. La Danimarca era partita meglio ed è arrivata ad avere a metà gara – dopo due chilometri – anche un secondo di vantaggio. Poi però il cambio rapido tra Consonni e Milan, la tirata del velocista e il passaggio del testimone a Ganna ha stravolto l’inerzia del testa a testa. Negli ultimi due chilometri l’Italia ha cambiato ritmo e ha mandato in tilt i danesi, che si sono letteralmente sfaldati nel tentativo di reggere l’improvvisa accelerazione. I tre corridori hanno tagliato il traguardo uno alla volta, a distanza. Gli azzurri hanno battuto la Danimarca con il tempo di 3’44″197 contro i 3’46″138 dei danesi.
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