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Maialini sgozzati, presi a pugni sul muso e uccisi con sadismo: un’inchiesta sotto copertura rivela le atrocità del “macello degli orrori”

È stata l’organizzazione internazionale Animal Equality a lanciare online le terribili immagini di una inchiesta sotto copertura condotta da un investigatore che ha trascorso quattro mesi in uno stabilimento tedesco

di Davide Turrini
Maialini sgozzati, presi a pugni sul muso e uccisi con sadismo: un’inchiesta sotto copertura rivela le atrocità del “macello degli orrori”

Atrocità, brutalità e violenza contro i maiali di un allevamento tedesco. È stata l’organizzazione internazionale Animal Equality a lanciare online le terribili immagini di una inchiesta sotto copertura condotta da un investigatore che ha trascorso quattro mesi in uno stabilimento tedesco tra i più grandi dell’intero Paese dove si allevano e poi si uccidono maiali per farne salumi e bistecche. L’inchiesta è stata realizzata alla fine del 2023 all’interno di un allevamento che ospita circa 25.000 maiali.

L’elenco delle bestialità commesse dagli allevatori ai maiali è infinito. Si va dalle femmine e dai loro cuccioli uccisi da un operaio che spezza loro il collo a mani nude con movimento rotatorio e poi li scaglia a terra alla sequenza in cui un cosiddetto “operatore” insegue un maiale ferito cercando di stordirlo con una pistola a proiettile captivo senza riuscirci e ferendo l’animale al cranio. L’ “operatore” non pago del prolungato tentativo di omicidio agguanta l’indifesa bestiola e le taglia la gola con un coltello. Pratica che peraltro sembra risultare comune nell’allevamento investigato, dato che i filmati mostrano molti maialini morti che giacciono sul pavimento con la gola tagliata. In un’altra sequenza si vede un altro cosiddetto “operatore” che schiaccia con il piede il collo di un maialino e gli taglia la gola quando questo non è ancora sufficientemente anestetizzato.

Infine la totale mancanza di pietà per la vita, il sadismo tipico dei macellatori di bestie con un maialino che viene spinto a terra come punizione per non essersi mosso da un “operatore” e che poi si ritrova l’aberrante tizio seduto su di lui e che lo prende a pugni sul muso. Che già gli animali a milioni vengano fatti nascere per poi essere uccisi immediatamente risulta un assurdo corto circuito mentale ed etico dell’essere umano, ma come sempre capita in queste cruciali inchieste video – in Italia effettuate anche da Essere Animali e LAV – ciò che sembra incredibilmente fuori da ogni umana comprensione sono il sadismo e la crudeltà di chi lavora negli allevamenti-macello: gente che compie gesti di ignobile violenza verso animali, perlopiù cuccioli indifesi e già condannati a morte.

Momenti che fanno venire in mente i versi del compianto Ivano Ferrari, anch’esso lavoratore in un macello emiliano, che con la sua raccolta di poesie Macello (Einaudi), raccolta portata in scena a teatro anche dall’attore Pietro Babina, squarciò con inusitato e ruvido gesto artistico il velo omertoso di un lavoro orribile che ricorda gesti e procedure di stermini di massa di altri esseri viventi del recente passato. “Si tratta chiaramente di brutali abusi sugli animali. Questo comportamento non può in alcun modo essere spiegato con una cattiva condotta dovuta a ignoranza o a richieste eccessive nei confronti degli operatori, ma corrisponde a una deliberata, ripetuta e brutale crudeltà nei confronti degli animali”, hanno commentato la dottoressa Claudia Preuß-Ueberschär e il dottor Jochen Weins. L’inchiesta evidenzia peraltro una generale mancanza di cure veterinarie prima, durante e dopo la castrazione dei maiali che comporta alti tassi di mortalità. Animal equality ha consegnato i filmati alle autorità giudiziarie competenti. Sono state inoltre formulate accuse penali contro l’allevamento e i singoli dipendenti. “La nostra inchiesta sotto copertura dimostra ancora una volta che queste condizioni non sono situazioni eccezionali o casi isolati. Le nostre immagini mostrano chiaramente che gli abusi, l’abbandono e le uccisioni illegali sono parte integrante del sistema”, ha chiosato Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa.

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