Niente carcere ai colletti bianchi se incensurati. La nuova proposta salva-politici, contenuta in un ordine del giorno a prima firma Enrico Costa, è stata votata oggi alla Camera dei Deputati. A favore hanno votato i partiti di maggioranza oltre ad Azione e Italia Viva. Il testo di Costa impegna il governo a valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare, prevedendo che gli arresti per il rischio di reiterazione del reato (l’esigenza cautelare più frequente) possano essere disposti nei confronti di incensurati “solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone“. Quindi non per i delitti dei colletti bianchi come la corruzione.

Il Fattoquotidiano.it ha intercettato i vice del ministro Carlo Nordio dopo un vertice che si è svolto a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio Meloni, sul tema dell’emergenza carceri. L’ordine del giorno ‘impegna il governo’. Questa è la formula. Ora, dopo il voto alla Camera dei Deputati, il governo tradurrà questo impegno in una norma a favore della casta? “C’è indubbiamente una sensibilità a rivedere taluni parametri relative alle misure cautelari”, afferma il viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto. Durante il dibattito nell’aula di Montecitorio, Valentina Orso del Movimento 5 Stelle ha accusato governo maggioranza: “La vostra priorità è solo quella di sottrarre al carcere i colletti bianchi”.

“Noi abbiamo il problema del sovraffollamento carcerario che è dovuto in buona parte anche all’eccesso di misure cautelari, non certamente solo quelle relative al rischio di reiterazione, però è un problema che deve essere affrontato” replica Sisto, il quale prima afferma che “non c’è dubbio che la corruzione per i colletti bianchi sia un reato grave”, ma poi aggiunge “che però ci siano quadranti in cui la gravità possa essere inquadrata con particolare caratteristiche è pacifico”.

Bonelli, in Aula, sintetizza così. “Chi è accusato di corruzione ha un trattamento, chi è accusato di vendere dieci grammi di fumo va in carcere, questa è la vostra giustizia”. Inevitabile non pensare che l’ordine del giorno sia collegato e tagliato su misura su quanto accaduto al governatore della Liguria, Giovanni Toti. Ma per Boschi di Italia Viva, che ha sostenuto l’iniziativa di Enrico Costa, questa “prescinde da vicende giudiziarie di questi giorni dell’attualità politica”. Eppure il sospetto rimane. Sisto nega qualsiasi collegamento. “Le norme ad personam penso abbiano fatto il loro tempo”. Il dem Marco Lacarra afferma rivolto a maggioranza e governo: “Se volete cambiare la norma sui requisiti previsti per l’applicazione della misura cautelare nessuno vi impedisce di farlo, ma non attraverso un ordine del giorno. Neppure voi siete convinti che quei requisiti vadano cambiati”.

Il governo li cambierà, dunque? “Qualunque governo intelligente s’interroga costantemente sulle misure cautelari, perché da una parte sono importantissime, dall’altra debbono incidere sempre il meno possibile malamente sul principio di non colpevolezza” afferma, senza rispondere, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che è più netto su un’altra proposta di questi giorni, proposta dal vicepremier Matteo Salvini, quella di uno “scudo per i governatori”. “Gli scudi siano delle eccezioni alle norme che debbono essere uguali per tutti”, conclude.

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Il decreto Carceri è legge, Nordio pensa già allo scudo per i colletti bianchi: “Modificare la custodia cautelare, incontrerò Mattarella”

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