Il governo corre ai ripari dopo il pasticcio del credito di imposta “ristretto” per le aziende che investono nella Zes unica del Mezzogiorno. Il ministro per gli Affari europei, per il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri ha spiegato che “sono stati inseriti 1,6 miliardi che raddoppiano l’importo previsto, ai quali si aggiunge la possibilità di utilizzare anche le risorse dei programmi nazionali e regionali, finanziati con le risorse della politica di coesione europea 2021-2027, al netto della parte già impegnata”, ha continuato il ministro, sostenendo che così si mette “un punto alle polemiche che sono state molto strumentali“.

Dai calcoli dell’Agenzia delle Entrate era emerso che con gli 1,6 miliardi messi a disposizione nel 2024, divisi per le domande presentate dalle imprese, avrebbero consentito di garantire un credito pari solo al 17,6%, contro il 60% previsto dal decreto Sud e annunciato dal ministro. Quando un provvedimento del direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha ufficializzato quella percentuale è partita la polemica – di Fitto – contro l’Agenzia, accusata di aver adottato un provvedimento “sbagliato“.

Alla fine il governo, davanti alle proteste delle imprese, ha trovato nuove risorse da mettere sul piatto per evitare che il tax credit ne uscisse ridimensionato. Lo stanziamento approvato, fa sapere il ministro, è cinque volte superiore a quello previsto negli anni dal 2016 al 2020 (617 milioni di euro annui) e tre volte superiore a quello previsto nel 2021 e 2022 (1 miliardo) e nel 2023 (1,4 miliardi, di cui solo 1,3 miliardi di euro effettivamente utilizzati). Fitto tira dritto: “Di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua che si era creata, con questa scelta creiamo le condizioni per dare una risposta chiara e strutturale alle imprese” che avevano presentato 16mila domande.

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