Calcio

Perché la Zweite Bundesliga tedesca è diventata l’ultimo baluardo di un calcio moderno ma autentico

La scorsa stagione, per la prima volta, un turno della Zweite Bundesliga tedesca ha fatto registrare una media di spettatori superiore a quella della categoria superiore, la Bundesliga. Ciò è stato ovviamente possibile grazie alla combinazione di una serie di fattori, visto che tutte le big, dal Bayern Monaco al Borussia Dortmund, disputavano le loro partite in trasferta. Tuttavia il dato rimane impressionante. Nessuna seconda divisione è più vicina alla serie superiore per pubblico, capienza degli stadi e presenza di club storici, di quella tedesca, che ha aperto la nuova stagione venerdì con una partita che rappresenta un po’ il manifesto del successo della Zweite Bundesliga: Colonia-Amburgo. Ci sono tradizione e blasone mischiati alla modernità di impianti quali il RheinEnergieStadion di Colonia e il Volksparkstadion di Amburgo, due dei cinque stadi di società iscritte alla B tedesca utilizzati nei recenti Europei di calcio. Gli altri sono stati la Merkur Spiel-Arena del Fortuna Düsseldorf, la Veltins-Arena dello Schalke 04 e l’Olympiastadion dell’Hertha Berlino.

La scorsa stagione scorso la 2. Bundesliga ha attirato una media di poco superiore ai 29.000 spettatori a partita. Nessun’altra seconda divisione si è avvicinata a questi numeri. Il Championship inglese si è attestato sui 22.000 spettatori, la Segunda Division spagnola ha superato a fatica quota 10.000, un migliaio abbondante in più della Serie B italiana. A una prima occhiata, appare ovvio come il principale traino per la serie cadetta tedesca sia rappresentato dai tanti club storici presenti nella categoria. Scorrendo la classifica all-time della Bundesliga, quest’anno saranno 8 quelli inclusi tra le prime 18 posizioni: Amburgo, Schalke 04, Colonia, Kaiserslautern, Hertha Berlino, Norimberga, Hannover 96 e Fortuna Düsseldorf. Sommando le bacheche di tutti, oltre a diversi titoli nazionali ci sono anche una Coppa dei Campioni (Amburgo), una Coppa delle Coppe (Magdeburgo) e una Coppa UEFA (Schalke 04).

La capienza media degli stadi è attualmente di 35.000 spettatori, pertanto esistono buone possibilità che il primato della scorsa stagione venga ulteriormente ritoccato al rialzo. Ma gli stadi e il blasone non sono sufficienti a spiegare il grande appeal rivestito dai club (anche perché molti di questi sono autentiche nobili decadute) nei confronti degli appassionati. In Germania assistere a una partita è considerato un appuntamento irrinunciabile dell’esperienza calcistica e della cultura dei tifosi. Grazie allo stracitato regime del 50+1 viene impedito a investitori esterni di assumere il controllo di una società e ciò significa preservare in larga parte il carattere locale della stessa. Diversi club mantengono bassi prezzi dei biglietti d’ingresso, puntando maggiormente sull’accessibilità e sulla fidelizzazione, e ottenendo in cambio stadi per larga parte pieni. Si tratta di impianti mediamente moderni e funzionali, specie se confrontati con quelli di altre realtà. Basta confrontare il Sinigaglia del neopromosso, e facoltoso, Como con la Home Deluxe Arena del Paderborn o il BBBank Wildparkstadion di Karlsruhe. Ma anche il piccolo Elversberg, espressione di una città di 13mila abitanti, al primo campionato di Zweite Bundesliga della sua storia nella stagione 2023/24, presentava un impianto dalla capienza simile a quelle di Pisa e La Spezia (e superiore a quello di Lecco, Sudtirol e Cittadella), ma lo ha riempito in misura maggiore.

Un altro fattore che favorisce l’appeal della B tedesca è la competitività. Difficile pronosticare a inizio stagione le promosse. Un anno fa riuscì a salire, tra lo stupore generale, l’Heidenheim, poi abile anche nel mantenere la categoria. Qualche mese fa è toccato all’Holstein Kiel imporsi su squadre di ben altra tradizione come Amburgo o Hertha Berlino. Lo Schalke 04 è stato addirittura più vicino al baratro della Dritte Liga che non alla zona Bundesliga. Nelle ultime dieci stagioni raramente una squadra ha raccolto più di settanta punti. Un equilibrio, e una competitività, che si manifesta anche in Coppa di Germania, con quattro squadre di Zweite arrivate ai quarti e il Kaiserslautern arrampicatosi fino all’ultimo atto, cedendo in finale contro il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. La Coppa di Germania non è strutturata secondo l’osceno format della Coppa Italia, ma anche guardando agli altri paesi non si nota una presenza così spiccata di club di seconda divisione nelle fasi finali del torneo.

Nonostante evoluzioni (necessarie) e derive (specialmente debitorie) del calcio moderno, la Zweite Bundesliga si presenta come uno dei tornei che abbiano saputo mantenere maggiormente la propria autenticità. In un certo senso, è un campionato con funzione di antidoto alla massiccia commercializzazione del calcio nei principali paesi europei.