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Si tinge i capelli ma qualcosa va storto: “Sembravo Megamind, avevo la testa a palloncino. Il mio cuoio capelluto è pieno di croste gialle e verdi”

All’uomo è subentrato un forte sfogo cutaneo, sfociato in gonfiore del cuoio capelluto, che si è poi esteso a tutto il viso, rendendolo eccessivamente ingrossato

di Andrea Bressan
Si tinge i capelli ma qualcosa va storto: “Sembravo Megamind, avevo la testa a palloncino. Il mio cuoio capelluto è pieno di croste gialle e verdi”

“Sembravo Megamind, era orribile. Sono tornato a casa e la mia ragazza era sbalordita, non riusciva a guardarmi perché non ero me stesso, avevo questa testa grande e a palloncino”. Questo è ciò che è successo a Ryan Briggs, un istallatore del gas di Blackburn, in Inghilterra, dopo essersi fatto una tinta per coprire alcuni capelli grigi. Dare diverso colore alle nostre acconciature è una pratica che viene sempre più fatta in autonomia, nelle rispettive abitazioni. Ciò che sembra essere un’azione comune e priva di potenziali rischi, si è invece dimostrata da non sottovalutare affatto. La madre del signor Ryan, poco prima dell’inizio di agosto, aveva acquistato al figlio una tinta nera da mettere una volta arrivato a casa. Contento ed euforico per l’acquisto che, per qualche settimana, gli avrebbe coperto qualche capello scolorito, Briggs ha applicato il prodotto sulla propria testa.

La reazione allergica non si è fatta attendere: “Ho applicato la tinta e ha bruciato un po’, ma pensavo fosse normale. Ovviamente non era così”, ha dichiarato il 27enne di Blackburn che, dopo essersi addormentato, si è svegliato con una grandissima “testa a palloncino“, stile Megamind (personaggio di un film d’animazione). Poco dopo aver messo la tinta a Ryan è subentrato un forte sfogo cutaneo, sfociato in gonfiore del cuoio capelluto, che si è poi esteso a tutto il viso, rendendolo eccessivamente ingrossato. Nonostante tutto, Briggs si era diretto a lavoro, nella speranza che l’evidente gonfiore andasse scemando. Al contrario, le condizioni dell’uomo sono andate peggiorando minuto dopo minuto. Mandato a casa dai colleghi, Ryan si è subito diretto all’ospedale, dove è stato trattenuto per 13 ore, nel tentativo di far sfiammare l’enorme testa che si era formata a causa dell’allergia provocata dalla tinta.

Il gonfiore era diventato talmente ‘incontrollabile’ da aver parzialmente coperto la vista di Briggs. Tornato a casa con una prescrizione medica di 25 compresse da assumere al giorno (per cinque giorni) per provare ad arginare l’ingrossamento, ad attenderlo c’era la fidanzata che, a detta di Ryan, non riusciva a guardarlo per via dell’aspetto fisico assunto. Dopo essersi visto il viso drasticamente modificato per qualche giorno – senza che, fortunatamente, venisse intaccata la capacità respiratoria – Briggs è tornato ad avere l’aspetto di sempre. ‘Tutto è bene ciò che finisce bene’, verrebbe da dire. E se con le fiabe si imparano spesso lezioni di vita, anche l’esperienza di Ryan può essere d’insegnamento. “Avrei dovuto fare un patch test, ma non sapevo che fosse necessario farlo. Il mio cuoio capelluto è pieno di croste gialle e verdi, ma ora il mio viso è tornato alla normalità”, ha detto l’uomo, consigliando a tutte le persone che vogliono farsi una tinta di effettuare preventivamente “un patch test” per comprendere – prima di dover drasticamente rimediare – come avrebbe reagito la pelle al prodotto. E ancora: “Sono contento sia finita, ma devo assolutamente fare un patch test”, ha concluso Briggs.

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