Spesso si registra una certa speculazione dell’adagio “appuntamento con la storia” nello storytelling sportivo da parte di alcuni commentatori affamati di audience. Soprattutto in tempi di Olimpiadi. Ma quello che andrà in scena l’8 agosto alla Porte de la Chapelle Arena di Parigi lo è davvero, oltre ogni retorica. L’azzurra Sofia Raffaeli, classe 2004, partecipa alle qualificazioni per il concorso generale di ginnastica ritmica individuale sapendo bene di avere le carte in regola per poter essere la prima italiana di sempre a salire sul podio e – si perdoni l’audace pronostico ai fini della cronaca, che vuole essere solo beneaugurante – perché no a vincere la medaglia d’oro.

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Cresciuta sportivamente in quella culla della ritmica che è la Società Ginnastica Fabriano, Raffaeli oltre che medaglie europee e mondiali colleziona primati. È già, infatti, la prima ginnasta del nostro Paese a diventare campionessa del mondo della ritmica. Accade nel settembre 2022 ai Campionati mondiali di Raffaeli in Bulgaria, in cui ha conquistato tre medaglie d’oro di specialità – al cerchio, alla palla e al nastro – ma soprattutto, sale sul gradino più alto del podio nella sfida regina, cioè il concorso individuale – in gergo chiamato all-around –, che è poi la sola sfida olimpica.

E pensare che se non fosse stato per Nonno Nello, questo non sarebbe stato possibile. Nata a Chiaravalle in provincia di Ancona, è proprio il nonno che nei primi anni la accompagna durante la settimana a Fabriano a ben 60 km di distanza per gli allenamenti. Con la ritmica, poi, inizia davvero per caso a sette anni quando la madre, Milena, la porta ad una gara e una piccola Sofia si innamora della disciplina. Lì incontra Julieta Cantaluppi (ex ginnasta italiana e sua prima allenatrice) che le chiede di fare un ponte e una spaccata per controllare se la piccola ha le doti fisiche richieste. E che doti! Sin da subito è stata in grado di portare a termine combinazioni ed esercizi proibitivi per le altre bambine.

Da quando nel 2020, a sedici anni, è in seguito passata nella categoria senior, Raffaeli si è imposta all’attenzione degli addetti ai lavori e del pubblico. Sottile e col collo lungo, quasi modiglianesco, nel suo metro e 57, in pedana diventa gigantesca. Tanto che ai soprannomi melliflui e svolazzanti che la stampa ancora si ostina ad affibbiare alle atlete donne, lei preferisce di gran lunga quello di “formica atomica” (così è chiamata), che sente la rappresenta in toto. In effetti, all’eleganza richiesta dalla ritmica, lei aggiunge grande forza esplosiva nei salti nonché rapidità e dinamicità nei giri e negli spostamenti. Di sé stessa dice di sentirsi “un vulcano pronto a esplodere”.

Soprattutto, però, è di una tenacia indomita. “Sofia fonde insieme la ratio della mamma ingegnere e l’estro del papà architetto”, racconta Maila Morosin (dirigente della società sportiva di Fabriano), che la conosce molto bene. Dal 2018, infatti, per evitare gli spostamenti quotidiani da Chiaravalle, Raffaeli vive a casa con lei. Sappiamo così che i giorni precedenti alla partenza per Parigi, li ha trascorsi nella sua Fabriano: allenandosi come sempre circa otto ore al giorno tra mattina e pomeriggio; e ancora, studiando per gli esami alla facoltà di Psicologia, ormai per l’appello di settembre, però; mangiando qualche gelato di cui è ghiotta; e infine, provando a distrarsi con le canzoni di Rino Gaetano, il suo artista preferito insieme a Mina. Anche se, è facile immaginarselo, la testa va lì, alle routine da eseguire in pedana. Al nastro, alle clavette, alla palla, al cerchio che porterà in valigia: tutti strumenti che negli anni sono ora le armi per l’agone, ora i giochi di un’eterna fanciulla.

“Sofia è conscia delle sue possibilità – chiosa Morosin – e punta al massimo consentito”. Tra lei e la vittoria, le vedremo esibirsi nella mattina dell’8 agosto, ci sono la tedesca Darja Varfolomeev e la bulgara Stiliana Nikolova, protagoniste assolute insieme a Raffaeli sui podi delle competizioni internazionali degli ultimi due anni, in assenza – un obbligo aggiungerlo – delle gemelle russe Dina e Arina Averina (che frattanto, impossibilitate a partecipare a ogni genere di gara per motivi chiari a tutti, questo febbraio hanno ufficializzato il loro ritiro dalla carriera agonistica).

E non sarà la sola italiana alla Porte de la Chapelle Arena di Parigi, però. In gara con Raffaeli, l’8 agosto, ci sarà Milena Baldassarri – anche lei cresciuta a Fabriano alla corte di Cantaluppi –, già autrice di uno storico (anche questo, sì) sesto posto ai Giochi di Tokyo, in cerca di una finale olimpica e di rinnovata affermazione internazionale. Entrambe, adesso, sono allenate da Claudia Mancinelli. Ma principalmente, non mancheranno le grandi campionesse della squadra nazionale: Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Laura Paris. Medaglia di bronzo alle scorse Olimpiadi nel concorso a squadre, le ragazze guidate da Manuela Maccarani – già campionesse del mondo ed europee – si giocano ad armi pari il podio con Bulgaria, Spagna e Israele. Ancora molti le chiamano “farfalle“. Loro hanno rifiutato quel soprannome, dopo le accuse di feroce ossessione per la magrezza mosse contro Maccarani e la sua assistente Olga Tishina nel caso Anna Basta, da cui entrambe sono uscite assolte dal tribunale federale.

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