Roma, 31 mar (Adnkronos) - Giorni difficili per la provincia di Cagliari. Ma come farà a sopperire alla perdita delle "tasse sulla famiglia o 'focatico'" e sul bestiame? Dove 'focatico' sta per l'antica imposta sul focolare domestico. Invece sorridono gli appassionati cinofili di Codigoro per la perdita della facoltà del comune di "riscuotere una tassa sui cani". Sono alcuni gli effetti, molto particolari, dell'abrogazione degli atti normativi pre-repubblicani relativi al periodo dal 1861 al 1946, un provvedimento 'ad hoc' che l'aula del Senato si appresta ad esaminare da domani per il via libera definitivo.
Un Testo unico, già votato dalla Camera dei deputati e frutto di una serie di provvedimenti di iniziativa governativa, che prevede l'addio a oltre 30.000 tra regi decreti, leggi formali, regi decreti-legge, regi decreti-legislativi, decreti luogotenenziali, decreti legislativi luogotenenziali, decreti-legge luogotenenziali, decreti del capo del governo e decreti del duce del fascismo ancora presenti a vario titolo nell'ordinamento, nel 2025.
I titoli dei provvedimenti che vengono abrogati con l'approvazione del testo in esame al Senato fanno anche sorridere, oggi. Soprattutto quelli in materia fiscale. Esempi? Il regio decreto che autorizza il comune di Vicenza a riscuotere un dazio addizionale al governativo per l’introduzione "delle bevande vinose in fusti, mosto e uva nella cinta daziaria". Oppure il regio decreto del 1889 in materia di tassa sul bestiame nella provincia di Roma. Per non parlare di quello che consentiva al comune di Massa di "imporre una tassa di pedaggio sul trasporto dei marmi".
(Adnkronos) - Ma ci sono leggi (o atti con valore di legge) pre repubblicane ancora presenti nel nostro ordinamento in tanti altri settori. Per esempio, il regio decreto del 1882 che autorizza il comune di Porretta ad assumere la denominazione di bagni della Porretta. Oppure quello del 1863 che determina gli "stipendi dei bidelli dell’Università di Siena". O anche il regio decreto nel 1864 che approva l’istituzione di un Monte frumentario nel Comune di Uggiano.
E che dire del decreto luogotenenziale del 13 giugno 1915, n. 889, recante "deroghe temporanee alla legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli". Quella della Luogotenenza, poi, è una storia a parte che merita di essere raccontata. Seguendo una prassi già addottata con il primo conflitto mondiale, alla fine della seconda guerra mondiale il Re Vittorio Emanuele III, formalmente al fronte, delegò le funzioni al figlio Umberto. La luogotenenza andò avanti dal 5 giugno '44 al 9 maggio '46, anche per l’abdicazione di Vittorio Emanuele III. Da qui la presenza di decreti luogotenenziali, i decreti-legge luogotenenziali e i decreti-legislativi luogotenenziali che in quel periodo costituivano gli atti formali del Consiglio dei ministri.
La relazione tecnica allegata al provvedimento in esame al Senato, comunque, parla di un "ingente stock normativo" ancora da abrogare. Sottolineando un dato non secondario: "Nell’ordinamento italiano dal 1861 al 12 aprile 2023 (data dell’ultima rilevazione da parte dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) sono stati adottati 204.272 atti aventi valore normativo e, di questi, 94.062 sono stati espressamente abrogati".
(Adnkronos) - In particolare, "nel corso del primo conflitto mondiale e nel dopoguerra risultano adottati 229 regi decreti-legge nel 1915, 186 nel 1916, 238 nel 1917 e 354 nel 1918, 1043 nel 1919, 545 nel 1920, 350 nel 1921", spiega sempre la relazione.
Nonostante questi numeri, il nuovo provvedimento interviene (abrogandoli) sugli atti che "hanno esaurito i loro effetti o la cui abrogazione, comunque, non comporta la creazione di lacune normative". Restano comunque fuori altre categorie di provvedimenti, come quelli catalogati come di "difficile abrogazione", per i quali è necessario un surplus istruttorio. E che, quindi, continuano a esistere nel nostro ordinamento. Lo 'stock normativo' pregresso, poi, a volte sembra avere le fattezze dell'araba fenice. La sfoltimento normativo, infatti, non è un inedito.
Diverse leggi negli anni hanno disposto quella che viene definita formalmente la "ghigliottina" su leggi vecchie e da abrogare. Ma nonostante questo, nel 2009 il decreto legislativo 179 (il 'salva leggi') ha salvato circa 3.300 atti normativi di rango primario anteriori al 1° gennaio 1970 "di cui si è ritenuta indispensabile la permanenza in vigore". Il lavoro di forbici è comunque andato avanti negli anni incessante. Nel 2008 un Dl ha abrogato 3.370 atti primari per un totale di circa 7.000 fonti primarie; poi nel 2009 un altro taglio di circa 28mila atti primari; con il Dl 200 altri 28.889 atti primari emanati tra il 1861 e il 1947 sono stati cancellati e nel 2010 con un 'taglia regolamenti' è stato dato l'addio a circa 133.000 atti secondari.