Si erano fatti fotografare in posa con la maglietta di Fratelli d’Italia alla conferenza programmatica di Pescara di fine aprile in cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato la sua candidatura alle elezioni europee. Ma per Palazzo Chigi i due manager di Stato – il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo e il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Bruno Frattasi – non hanno compiuto niente di male: le magliette mostrate erano “semplici gadget al pari di tanti altri”. La risposta ufficiale è stata data dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in forma scritta a un’interrogazione parlamentare dei deputati del Movimento 5 Stelle.
I parlamentari Alfonso Colucci, Enrica Alifano, Carmela Auriemma e Pasqualino Penza, infatti, avevano depositato un’interrogazione dopo le foto dei due manager con la maglietta con scritto “L’Italia cambia l’Europa”, slogan di Fratelli d’Italia per le elezioni europee. Oltre a definire “preoccupante” e “inopportuna” la photo opportunity dei due manager, i deputati pentastellati parlavano di “ulteriore riprova di una deriva illiberale” in quanto “esempio concreto dell’alterazione dei meccanismi che regolano la distinzione dei ruoli e dei poteri e che compromette, nella loro confusione e contaminazione, lo status e l’autonomia, in particolare, di una grande azienda italiana quale è Leonardo, anche agli occhi degli investitori esteri”. Dubbi anche sull’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale che in questo modo potrebbe tutelare “interessi specifici di partito e non nazionali, come è chiamata a fare nel campo per il quale è stata istituita”.
Ma per Palazzo Chigi le denunce dell’opposizione sono infondate. Per il sottosegretario Mantovano, che ha anche la delega ai Servizi Segreti, le magliette mostrate dai due manager “erano semplici gadget al pari di tanti altri, come tazze e spillette, che è abitudine consolidata – sia nel mondo politico, in modo assolutamente trasversale tra i partiti, sia al di fuori del mondo politico – creare per i partecipanti ad eventi, meeting e convention”. Insomma, tutto nella norma.
Poi Mantovano nella sua risposta decide di buttarsi sui principi che regolano l’indipendenza di aziende pubbliche e partecipate di Stato e spiegando che i manager possono partecipare liberamente a eventi politici di ogni tipi: “La semplice partecipazione a qualsivoglia evento politico non può peraltro essere interdetta a chi dirige gli enti di cui in premessa per la ragione che ne comprometterebbe l’indipendenza”, continua il sottosegretario. Per il governo non c’è nessun pericolo sulla terzietà dei manager pubblici: “L’indipendenza è quotidianamente dimostrata negli atti di conduzione delle realtà in questione, mentre la partecipazione a dibattiti politici è fattore di arricchimento della dialettica democratica”, conclude Mantovano.
Eppure la decisione di mostrare la maglietta con lo slogan di Fratelli d’Italia non era ritenuta una cosa normale e opportuna anche tra gli altri manager pubblici invitati all’iniziativa: l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi si era rifiutato di mostrarla.