Nel variegato mondo dell’igiene orale, c’è un ingrediente controverso che sta facendo parlare di sé: il triclosan. Un nome da ricordare, poiché è facile ritrovarlo nei prodotti che usiamo quotidianamente, essendo presente in molti dentifrici e collutori dentali. Questo composto chimico è diventato il protagonista di accesi dibattiti tra scienziati, medici e associazioni di consumatori, proprio per la sua larga diffusione. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il triclosan è un agente antibatterico e antifungino utilizzato per ridurre la crescita di batteri, inclusi quelli responsabili della placca dentale e della gengivite. Introdotto negli ospedali circa 40 anni fa, è entrato con forza anche nell’industria cosmetica, dove viene impiegato come antisettico, disinfettante e conservante in numerosi prodotti di igiene personale. Tuttavia, il triclosan è circondato da molte controversie. Le critiche si basano su vari fattori: primo fra tutti, il timore che l’uso prolungato di triclosan possa contribuire allo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici, un problema già allarmante nella comunità medica. Il Comitato scientifico della sicurezza dei consumatori (CSSC) dell’Unione Europea ha dichiarato: “Si teme che l’uso diffuso di triclosan possa portare alla selezione di batteri resistenti agli antibiotici. La resistenza agli antibiotici è diventata un problema sempre più grave in tutto il mondo e l’uso continuato di biocidi, tra cui il triclosan, può intensificare questo problema”.

Inoltre, una vasta letteratura scientifica, riportata in parte nel documento pubblicato sul Journal Toxicology Environmental Health, intitolato “Esposizione, trasformazione ed effetti sulla salute umana del triclosan” di Lisa M. Weatherly e Julie A. Gosse, suggerisce che il triclosan possa interferire con il sistema endocrino, influenzando funzionalità essenziali come quella della tiroide e degli estrogeni.

Di fronte a queste preoccupazioni, diversi Paesi hanno preso misure concrete. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA), il Dipartimento americano della salute e dei servizi umani, ha vietato l’uso del triclosan nei saponi antibatterici a causa del rischio di antibiotico resistenza e delle potenziali interferenze endocrine. In Europa, il Regolamento UE n. 358/2014 ammette una concentrazione di triclosan dello 0,3% nei cosmetici e dello 0,2% nei collutori.

Possiamo quindi avere un sorriso smagliante senza rischi per la salute? Mentre le autorità continuano a valutare i rischi e i benefici dei vari ingredienti, è fondamentale fare un passo di attiva consapevolezza: come consumatori, dobbiamo impegnarci a leggere e comprendere regolarmente le etichette per fare scelte sempre più consapevoli e prevenire le malattie. La buona notizia è che, con un po’ di ricerca, è possibile trovare prodotti che mantengano la nostra bocca sana senza compromettere il benessere generale. Il mercato del biologico offre diverse opzioni a prezzi contenuti che includono ingredienti naturali e vegetali come il tea tree oil, l’olio essenziale di lavanda, limone o menta, noti per le loro proprietà antibatteriche. Gel lenitivi come l’aloe vera ed estratti di erbe come salvia, rosmarino e camomilla aggiungono benefici lenitivi e antinfiammatori. Scegliere prodotti con la dicitura “senza triclosan” è ovviamente la garanzia migliore. Quindi, la prossima volta che ti trovi davanti allo scaffale dei dentifrici, prenditi un momento per riflettere su cosa ti lavi i denti. Il tuo sorriso e il tuo corpo ti ringrazieranno!

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