Il 2024 passerà alla storia come l’anno da favola del calcio spagnolo: dopo la conquista della Champions League da parte del Real Madrid (1° giugno), il trionfo continentale della Roja (14 luglio) e il successo dell’Under 19 agli europei di categoria (28 luglio), il 5-3 sulla Francia dopo i tempi supplementari nel maestoso scenario del Parco dei Principi vale la medaglia d’oro nel torneo olimpico. La doppietta nell’extra-time di Sergio Camello (100’ e 120’), con due deliziosi tocchi da sotto, è l’immagine della qualità e dei meriti di una scuola calcistica che sta dominando la scena. La Spagna è godimento puro per chi ama il calcio. È bellezza e sostanza, qualità e quantità, talento e capacità di soffrire.
Quello parigino è un oro meritato: la banda di Santi Denia ha saputo contrastare la maggiore fisicità dei francesi, trascinati dal pubblico e premiati da un rigore, assegnato al novantesimo sul 2-3 per la Spagna, sul quale si potrebbe far notte a discutere. L’arbitro brasiliano Ramon Abatti, già protagonista di un paio di episodi discutibili in carriera, in un primo momento non aveva punito l’intervento di Turrientes su Kalimuendo. Richiamato dal Var, ha deciso di assegnare il penalty e Mateta, al 93’, ha riportato i transalpini sul 3-3. Turrientes ha sfiorato il 4-3 colpendo la traversa al 96’, ma era scritto da qualche parte che si dovesse giocare almeno 120’. Nel prolungamento, la maggior qualità della Spagna è stata decisiva.
La partita era stata iniziata bene dalla Francia, passata all’11’ con Millot sull’errore banale del portiere Arnau Torres, in forza al Psg: si riscatterà con il lancio lungo del 5-3 e alcune parate importanti. La reazione della Roja regala dieci minuti da incubo alla banda guidata da Thierry Henry: doppietta di Fermín López (18’ e 25’), poi la punizione-gioiello di Baena al 28’ per il 3-0. Gli spagnoli, pur padroni del campo, falliscono però più volte il 4-1 e permettono la rimontona transalpina, con il gol di Akliouche (79’) e il 3-3 su rigore di Mateta. Nei supplementari gli iberici riprendono in mano il match: la doppietta di Camello, prodotto del vivaio dell’Atletico Madrid e oggi al Rayo Vallecano, mette in cassaforte un oro sacrosanto.
È secondo trionfo olimpico della storia: il precedente risale al 1992, ai Giochi di Barcellona. Era la squadra di Guardiola e Luis Enrique, per capirsi. Ma quella attuale non sfigura al confronto, anzi. Fermín López ha vinto in venti giorni l’Europeo e l’oro olimpico, segnando sei gol e classificandosi vicecapocannoniere del torneo: dietro di lui, Baena e Camello a quota 2. Tra i talenti emersi in questi Giochi spicca su tutti Pau Cubarsi, difensore del Barcellona, classe 2007: si muove con una sicurezza disarmante. Una Spagna bella e concreta, fotocopia della nazionale maggiore: il senso profondo di una scuola che non produce solo campioni, ma sta imponendo in Europa e nel mondo la forza delle sue idee. Quello che, per essere chiari, manca al calcio italiano.