Contro la corruzione ciclica serve pensare a istituzioni alternative
La discussione sulla corruzione oggi non può essere limitata a un dibattito sulle singole normative o sulla condotta di individui specifici. Deve essere inquadrata in un paradigma più ampio, che tenga conto delle crescenti disuguaglianze sociali, delle trasformazioni socioeconomiche e politiche degli ultimi anni e della ciclicità che caratterizza questo fenomeno. Un esempio emblematico è il caso dell’ex vicepresidente del Csm, che ha accettato la presidenza di una holding legata a un imprenditore coinvolto in una pesante inchiesta per corruzione.
Questo caso evidenzia le complesse dinamiche che emergono quando figure di spicco del mondo giudiziario o politico passano a ruoli di vertice nel settore privato, soprattutto quando il contesto è macchiato da sospetti o accuse di questo tipo. Questo fenomeno è parte di un problema più ampio, noto come “revolving door” (porta girevole), dove ex magistrati, politici e funzionari pubblici assumono incarichi di rilievo nel settore privato, spesso in aziende coinvolte in procedimenti giudiziari o fortemente regolamentate dallo Stato. Il fenomeno della porta girevole solleva dubbi sull’indipendenza e l’imparzialità delle istituzioni, facilitando pratiche corruttive e creando un intreccio di relazioni che rende opaca la separazione tra interessi pubblici e privati.
In parallelo, l’attuale dibattito politico in Italia, segnato dalla decisione di abolire il reato di abuso d’ufficio e dalla proposta di limitare le misure cautelari, sembra contraddire le raccomandazioni dell’Unione Europea, che chiedono un rafforzamento delle misure anticorruzione. Queste decisioni politiche possono avere un impatto diretto sulla percezione della legalità e della giustizia nel paese, rischiando di incoraggiare un clima di impunità per coloro che operano ai confini della legalità. Questo potrebbe alimentare un circolo vizioso, in cui il potere e l’influenza personale sovrastano le regole e i principi di integrità pubblica.
Uno degli elementi più significativi del cambiamento in corso è l’evoluzione delle relazioni tra settore pubblico e privato. L’interdipendenza crescente tra questi due ambiti comporta la necessità di adattare norme e misure di controllo a nuove realtà, dove il conflitto di interessi è spesso più sfumato e difficile da identificare. La corruzione, quindi, non è più solo una questione di atti illegali espliciti, ma si manifesta anche attraverso meccanismi legali che permettono a figure con potere pubblico di influenzare decisioni a favore di interessi privati sia durante che dopo aver lasciato il proprio incarico pubblico.
In questo contesto, le disuguaglianze socioeconomiche giocano un ruolo cruciale. Non solo creano una distanza tra i cittadini e le istituzioni, ma possono anche incentivare fenomeni corruttivi, poiché i gruppi più privilegiati hanno maggiori risorse per influenzare le decisioni politiche e amministrative a loro favore. Quando l’accesso ai beni pubblici èmediato da interessi privati, si sviluppa un sistema in cui il merito e la legalità vengono spesso sacrificati a favore di chi ha il potere economico o politico per esercitare tale influenza.
Un aspetto cruciale da considerare è la ciclicità della lotta alla corruzione. Spesso, sforzi visibili e apparentemente di successo nel contrasto alla corruzione generano una reazione che può portare a un ritorno della corruzione sotto forme diverse o persino più raffinate. In Italia, dopo Mani Pulite, abbiamo assistito all’ascesa di figure come Berlusconi, il cui approccio alla legalità è stato, per usare un eufemismo, controverso. Allo stesso modo, in Brasile, dopo il periodo di contrasto alla corruzione, il ritorno di figure come Bolsonaro ha dimostrato la resilienza di certi meccanismi corruttivi. Questo ciclo di avanzamento e regressione evidenzia un problema di equilibrio: la società spesso fatica a trovare un punto stabile tra la lotta alla corruzione e la sua manifestazione sotto nuove forme. È fondamentale, quindi, non solo contrastare la corruzione in modo reattivo, ma anche pensare a istituzioni alternative che possano prevenirne il ritorno ciclico.
Inoltre, la corruzione è spesso utilizzata come strumento politico specialmente dai leader populisti che si presentano come crociati contro la corruzione per guadagnare consensi. Tuttavia, una volta al potere, questi stessi leader possono sfruttare la corruzione come un mezzo per consolidare il proprio potere, come dimostrano i casi di Bukele in El Salvador o Lukashenko in Bielorussia. Questa strumentalizzazione della corruzione evidenzia la sua funzione ambigua: da un lato, viene denunciata come male da estirpare; dall’altro, è utilizzata come un mezzo per “far funzionare le cose,” soprattutto in contesti dove le istituzioni sono deboli o le disuguaglianze sono profonde.
Nel nostro Paese, per esempio, quando la pubblica amministrazione si trasforma nell’atto di governare, “fare le cose” può giustificare minore trasparenza nelle procedure. In Russia, ad esempio, la corruzione è così radicata da essere considerata un’istituzione che permette al sistema di rimanere coeso. Dopo l’invasione dell’Ucraina, la mancanza di opposizione tra le élite russe dimostra quanto siano forti questi meccanismi coesivi.
Per affrontare efficacemente la corruzione oggi, è necessario un cambio di paradigma che vada oltre la semplice repressione dei reati specifici. Questo cambio deve includere un rafforzamento delle misure preventive, una regolamentazione più stringente del fenomeno della “porta girevole” e una maggiore attenzione alle dinamiche di potere derivanti dalle disuguaglianze socioeconomiche. Solo così si può sperare di ristabilire una reale separazione tra pubblico e privato, garantendo che l’interesse generale prevalga su quello di pochi privilegiati riattivando meccanismi virtuosi di mobilità sociale.
Riconoscere che la corruzione può anche essere un “boost” di fiducia tra le élite, una vera e propria istituzione fatta di regole condivise, infatti, significa capire che la lotta alla corruzione non può limitarsi a misure di trasparenza o repressione. Bisogna lavorare per creare istituzioni alternative che possano garantire lo stesso livello di fiducia senza ricorrere alla corruzione. In questo modo, possiamo sperare di interrompere il ciclo di avanzamenti e regressioni, portando la società verso un equilibrio più stabile e giusto.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.
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Daniela Mainenti
Professore Straordinario in Diritto Processuale Penale Comparato
Politica - 9 Agosto 2024
Contro la corruzione ciclica serve pensare a istituzioni alternative
La discussione sulla corruzione oggi non può essere limitata a un dibattito sulle singole normative o sulla condotta di individui specifici. Deve essere inquadrata in un paradigma più ampio, che tenga conto delle crescenti disuguaglianze sociali, delle trasformazioni socioeconomiche e politiche degli ultimi anni e della ciclicità che caratterizza questo fenomeno. Un esempio emblematico è il caso dell’ex vicepresidente del Csm, che ha accettato la presidenza di una holding legata a un imprenditore coinvolto in una pesante inchiesta per corruzione.
Questo caso evidenzia le complesse dinamiche che emergono quando figure di spicco del mondo giudiziario o politico passano a ruoli di vertice nel settore privato, soprattutto quando il contesto è macchiato da sospetti o accuse di questo tipo. Questo fenomeno è parte di un problema più ampio, noto come “revolving door” (porta girevole), dove ex magistrati, politici e funzionari pubblici assumono incarichi di rilievo nel settore privato, spesso in aziende coinvolte in procedimenti giudiziari o fortemente regolamentate dallo Stato. Il fenomeno della porta girevole solleva dubbi sull’indipendenza e l’imparzialità delle istituzioni, facilitando pratiche corruttive e creando un intreccio di relazioni che rende opaca la separazione tra interessi pubblici e privati.
In parallelo, l’attuale dibattito politico in Italia, segnato dalla decisione di abolire il reato di abuso d’ufficio e dalla proposta di limitare le misure cautelari, sembra contraddire le raccomandazioni dell’Unione Europea, che chiedono un rafforzamento delle misure anticorruzione. Queste decisioni politiche possono avere un impatto diretto sulla percezione della legalità e della giustizia nel paese, rischiando di incoraggiare un clima di impunità per coloro che operano ai confini della legalità. Questo potrebbe alimentare un circolo vizioso, in cui il potere e l’influenza personale sovrastano le regole e i principi di integrità pubblica.
Uno degli elementi più significativi del cambiamento in corso è l’evoluzione delle relazioni tra settore pubblico e privato. L’interdipendenza crescente tra questi due ambiti comporta la necessità di adattare norme e misure di controllo a nuove realtà, dove il conflitto di interessi è spesso più sfumato e difficile da identificare. La corruzione, quindi, non è più solo una questione di atti illegali espliciti, ma si manifesta anche attraverso meccanismi legali che permettono a figure con potere pubblico di influenzare decisioni a favore di interessi privati sia durante che dopo aver lasciato il proprio incarico pubblico.
In questo contesto, le disuguaglianze socioeconomiche giocano un ruolo cruciale. Non solo creano una distanza tra i cittadini e le istituzioni, ma possono anche incentivare fenomeni corruttivi, poiché i gruppi più privilegiati hanno maggiori risorse per influenzare le decisioni politiche e amministrative a loro favore. Quando l’accesso ai beni pubblici è mediato da interessi privati, si sviluppa un sistema in cui il merito e la legalità vengono spesso sacrificati a favore di chi ha il potere economico o politico per esercitare tale influenza.
Un aspetto cruciale da considerare è la ciclicità della lotta alla corruzione. Spesso, sforzi visibili e apparentemente di successo nel contrasto alla corruzione generano una reazione che può portare a un ritorno della corruzione sotto forme diverse o persino più raffinate. In Italia, dopo Mani Pulite, abbiamo assistito all’ascesa di figure come Berlusconi, il cui approccio alla legalità è stato, per usare un eufemismo, controverso. Allo stesso modo, in Brasile, dopo il periodo di contrasto alla corruzione, il ritorno di figure come Bolsonaro ha dimostrato la resilienza di certi meccanismi corruttivi. Questo ciclo di avanzamento e regressione evidenzia un problema di equilibrio: la società spesso fatica a trovare un punto stabile tra la lotta alla corruzione e la sua manifestazione sotto nuove forme. È fondamentale, quindi, non solo contrastare la corruzione in modo reattivo, ma anche pensare a istituzioni alternative che possano prevenirne il ritorno ciclico.
Inoltre, la corruzione è spesso utilizzata come strumento politico specialmente dai leader populisti che si presentano come crociati contro la corruzione per guadagnare consensi. Tuttavia, una volta al potere, questi stessi leader possono sfruttare la corruzione come un mezzo per consolidare il proprio potere, come dimostrano i casi di Bukele in El Salvador o Lukashenko in Bielorussia. Questa strumentalizzazione della corruzione evidenzia la sua funzione ambigua: da un lato, viene denunciata come male da estirpare; dall’altro, è utilizzata come un mezzo per “far funzionare le cose,” soprattutto in contesti dove le istituzioni sono deboli o le disuguaglianze sono profonde.
Nel nostro Paese, per esempio, quando la pubblica amministrazione si trasforma nell’atto di governare, “fare le cose” può giustificare minore trasparenza nelle procedure. In Russia, ad esempio, la corruzione è così radicata da essere considerata un’istituzione che permette al sistema di rimanere coeso. Dopo l’invasione dell’Ucraina, la mancanza di opposizione tra le élite russe dimostra quanto siano forti questi meccanismi coesivi.
Per affrontare efficacemente la corruzione oggi, è necessario un cambio di paradigma che vada oltre la semplice repressione dei reati specifici. Questo cambio deve includere un rafforzamento delle misure preventive, una regolamentazione più stringente del fenomeno della “porta girevole” e una maggiore attenzione alle dinamiche di potere derivanti dalle disuguaglianze socioeconomiche. Solo così si può sperare di ristabilire una reale separazione tra pubblico e privato, garantendo che l’interesse generale prevalga su quello di pochi privilegiati riattivando meccanismi virtuosi di mobilità sociale.
Riconoscere che la corruzione può anche essere un “boost” di fiducia tra le élite, una vera e propria istituzione fatta di regole condivise, infatti, significa capire che la lotta alla corruzione non può limitarsi a misure di trasparenza o repressione. Bisogna lavorare per creare istituzioni alternative che possano garantire lo stesso livello di fiducia senza ricorrere alla corruzione. In questo modo, possiamo sperare di interrompere il ciclo di avanzamenti e regressioni, portando la società verso un equilibrio più stabile e giusto.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
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Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.