L’ennesimo quarto posto alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’Italia ha sfiorato il podio anche nella 10 km di nuoto nelle acque della Senna: Domenico Acerenza è rimasto nel gruppo dei migliori fino allo sprint finale, ma poi per una frazione di secondo non è riuscito a conquistare una medaglia olimpica. Vince l’ungherese Rasovzsky, secondo il tedesco Klemet, terzo l’altro ungherese Betlehem. Bravo anche Gregorio Paltrinieri, protagonista per tutta la gara, che purtroppo si è fatto sorprendere nel momento in cui l’ungherese ha provato l’allungo definitivo. D’altronde, non era la sua gara, visto che ama nuotare lontano dal gruppo. “Non riuscivo a fare niente”, ha raccontato poi Paltrinieri ai microfoni della Rai, spiegando le difficoltà nel nuotare e lo spaesamento anche quando la corrente era a favore.

Le acque della Senna e la sua corrente hanno condizionato l’intero svolgimento della prova. “Non abbiamo nemmeno mai provato il fiume. Non sapevo nemmeno cosa aspettarmi, non mi è mai entrata la nuotata“, ha spiegato sempre Paltrinieri. Che poi ha aggiunto: “Ho fatto veramente fatica a nuotare a favore di corrente. Poi controcorrente riuscivo a dire la mia, me la potevo giocare se fosse stata tutta così ma a favore ero completamente perso“. Il primo tratto a favore di corrente i nuotatori lo percorrevano con una velocità di circa 2,5 superiore rispetto al tratto di ritorno controcorrente, in cui erano costretti a nuotare in fila indiana agli argini del fiume per evitare di essere sbattuti indietro dalla Senna. Per non parlare dei passaggi tra le boe, in cui gli atleti nuotavano praticamente a 45 gradi per contrastare la corrente e riuscire ad andare dritti.

Scene che si erano già viste nelle prove di triathlon e nella gara femminile di ieri, dove Ginevra Taddeucci ha centrato uno splendido terzo posto. Non è la prima volta che le gare di nuoto in acque libere si svolgono su un fiume. Solitamente, però, vengono fatte solamente nella direzione della corrente e non in un campo gara che prevede un’andata e un ritorno. O in altre casi, come fu per i Mondiali di Kazan 2015, viene utilizzato un bacino del fiume dove la corrente è molto più blanda.

Con questo “spettacolo” cala così il sipario sulla pagina più polemica di queste Olimpiadi di Parigi. La Senna balneabile che invece ha avuto una concentrazione di batteri troppo alta per praticamente tutto il periodo dei Giochi è stata il più grande flop. Gli allenamenti cancellati, le proteste degli atleti, le ripercussioni sulla loro salute. Le gare poi hanno dimostrato che la Senna oltre ad essere inquinata era anche impraticabile.

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