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Il senso di Erdogan per l’istruzione: scuole professionali in cui i ragazzi muoiono nei cantieri

Il sultano permette lo sfruttamento della manodopera povera mentre mette al bando i social, accusati di "fascismo digitale"

Prosegue il blocco di Instagram in tutta la Turchia. Nonostante l’ira dell’opinione pubblica, la ritorsione di Ankara in seguito alla cancellazione da parte della piattaforma Meta di alcuni messaggi di condoglianze postati da funzionari turchi per l’uccisione del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, non sembra sul punto di finire. Anzi.

Il presidente Erdogan, come sua abitudine, ha rincarato la dose accusando i “negri domestici” di non ribellarsi alla censura delle piattaforme di social media e di essere succubi di quello che definisce “fascismo digitale”.

La Turchia, secondo il Sultano, invece è un Paese che si sta ribellando a questa dittatura dei social. L’autocrate turco ha pronunciato questa espressione denigratoria durante un suo intervento al programma di educazione ai diritti umani organizzato dal suo Partito della giustizia e dello sviluppo tuonando che “ci si trova di fronte a un fascismo digitale che non può tollerare nemmeno le foto dei martiri palestinesi”.

L’espressione denigratoria usata da Erdogan, “negri domestici”, è stata “rubata” a Malcolm X, l’attivista e politico statunitense di colore e di religione musulmana, leader della lotta per i diritti degli afroamericani negli anni Sessanta.

Malcom X aveva usato questa definizione in riferimento agli schiavi africani che lavoravano come domestici nelle case al servizio degli americani bianchi. I neri di casa erano considerati di status più alto di quello dei neri che lavoravano nei campi. Tale definizione è poi entrata nel lessico corrente per umiliare i neri.

E, a proposito di sfruttamento della manodopera di persone deboli e senza diritti, i centri di istruzione professionale della Turchia (MESEM) stanno subendo crescenti critiche a seguito di segnalazioni di decessi di studenti e condizioni di lavoro inadeguate.

Come in Italia, questi centri sono progettati per fornire istruzione professionale agli studenti delle scuole superiori attraverso un approccio di apprendimento pratico e basato sul lavoro. I critici tuttavia ritengono che questi legittimino il lavoro minorile, sottolineando che sono frequentati da figli di famiglie a basso reddito.

I MESEM sono stati inseriti nel sistema di istruzione formale nel 2016, con una significativa espansione durante il mandato dell’ex ministro dell’istruzione Mahmut Özer tra il 2021 e il 2023.

“Dobbiamo aumentare l’integrazione tra il mercato del lavoro e i processi educativi”, aveva affermato Özer in merito ai centri nel gennaio 2023. “Dobbiamo rendere gli ambienti di lavoro parte dell’istruzione in modo da poter essere più forti. L’opportunità più significativa per questo sono i centri di istruzione professionale, che sono fondamentali per le piccole e medie imprese”.

Nei primi sette mesi del 2024, nove studenti delle scuole superiori che partecipavano ai programmi MESEM hanno perso la vita in incidenti correlati al lavoro.

Il ricercatore è pedagogo Kayıhan Kesbiç dell’Education Reform Initiative (ERG) ha osservato che i programmi MESEM hanno guadagnato popolarità nel 2021-2022, complicando la supervisione e la garanzia della qualità. “In precedenza, le aziende in accordo con il ministero dell’Istruzione Nazionale potevano accettare un certo numero di studenti in base al numero di formatori qualificati disponibili – ha spiegato –. Ma con la facilità di diventare un formatore e l’aumento del numero di studenti ammessi, il monitoraggio, la qualità e la supervisione sono stati influenzati negativamente”.

Murat Çakır, coordinatore generale dell’Health and Safety Labor Watch (İSİG), una Ong che monitora i decessi correlati al lavoro in tutto il paese, ha anche sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei luoghi di lavoro in cui vengono inviati gli studenti. Secondo Çakır, gli studenti sono spesso impiegati per cinque o sei giorni alla settimana, lavorando dalle 10 alle 12 ore al giorno, e sono usati come manodopera a basso costo in fabbriche, cantieri edili e settori dei servizi.

Çakır ha analizzato i motivi che spingono le famiglie a iscrivere i propri figli ai programmi MESEM. Secondo il ricercatore, l’attuale crisi economica costringe le famiglie a cercare fonti di reddito aggiuntive, rendendo questi programmi un’opzione allettante perché gli studenti possono guadagnare denaro mentre studiano, afferma.

Questa situazione porta a uno sfruttamento multiforme, ha avvertito. “L’esito più estremo è la morte; oltre a questo, ci sono ferite, problemi di sviluppo fisico e una mancanza di crescita pedagogica. Nel complesso, questi bambini sono oppressi. Anche gli adulti hanno difficoltà a far valere i propri diritti, ma in questo contesto, non esiste tale possibilità”.

Ecco chi sono i veri “negri domestici” che Erdogan ha moltiplicato indirettamente con la sua folle dottrina economica del denaro a costo zero da cui è derivata un’inflazione monstre che nessun governatore della Banca Centrale Turca riesce a frenare da almeno tre anni a questa parte.