Processi riaperti dopo anni, serie tv che mettono in discussione sentenze definitive, mentre i “mostrologi” ancora si accapigliano su Pacciani. La cronaca nera appassiona e divide, anche se in Italia gli omicidi sono al minimo storico: 330 nel 2023. Nel 1953 furono 1.804. Il numero in edicola da sabato 10 agosto di Fq MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, racconta l’ossessione per il delitto. Si parte con l’inchiesta di Roberto Casalini che, a partire dal suo recente libro “Sangue italiano“, analizza la nostra storia criminale dall’Unità d’Italia a oggi attraverso casi celebri o dimenticati, senza fare sconti ai massacri commessi da uomini in divisa. Pino Corrias ricostruisce il caso politico mediatico della riapertura (con rapida richiusura) del processo sulla strage di Erba, mentre Luca Martinelli si addentra nel mondo dei “mostrologi”, quelli che più di vent’anni dopo i processi ancora predicano l’innocenza di Pietro Pacciani e dei suoi “compagni di merende“, evocando piste alternative spesso stravaganti.

“Credo che tutti noi siamo attratti da ciò che ci sembra più lontano e non capiamo. E così, con l’aiuto di un racconto, proviamo a dare un senso a cose che magari non ne hanno. E che ci fanno paura”, dice Stefano Nazzi, autore del podcast Indagini, intervistato da Silvia D’Onghia. Certo che oggi seguire i processi per omicidio e farsi una propria idea è sempre più complicato. Giovanna Trinchella ci fa capire perché ripercorrendo le complesse indagini scientifiche, a base di Dna ma non solo, che hanno portato alla condanna di Massimo Bossetti per l’assassinio della 13enne Yara Gambirasio. Nell’articolo Luciano Garofano, già comandante del Ris, smonta fra l’altro la recente serie tv di taglio innocentista. Questo non vuol dire che le indagini siano infallibili, anzi. Vincenzo Bisbiglia ripercorre quelle zeppe di errori sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, ancora senza colpevoli dopo 34 anni.

E le mafie? Si dice che oggi sparino di meno rispetto al passato, ma questo non vale certamente per la mafia foggiana: agguati senza scampo ed esecuzioni plateali sono descritte nel reportage di Andrea Tundo basato sui verbali del boss pentito Marco Raduano. “È proprio l’imperfezione che rende il Male quasi invisibile. Il Male si accumula come la polvere sulle cose, non dobbiamo mai lasciare che accada”. A dare la sua chiave di lettura sulla nostra ossessione per il delitto è lo scrittore Donato Carrisi, intervistato da Fabrizio d’Esposito.
Questo e molto altro nel numero in edicola da sabato 10 agosto. Con un’ultima segnalazione in tema di vacanze: Antonio Armano si è imbucato nell’overtourism molto disorganizzato del Lago di Como, fra turisti cosmopoliti, corsa ai selfie, spiagge per cani e trasporti al tracollo.

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