“Volevo raccontare la storia di Kate Middleton da quando era bambina” ha spiegato Robert Jobson ai microfoni di Good Morning America, sul canale ABC, ma alla fine, dalla sua biografia uscita in questi giorni è emerso molto di più su una donna molto amabile e amatissima che lentamente, negli anni, è diventata la garanzia per la sopravvivenza della Corona inglese. L’ultimo libro dedicato alla principessa del Galles e scritto ascoltando fonti di palazzo, amici e persone bene informate sui fatti reali, (tutte rimaste rigorosamente anonime), è distribuito in 19 paesi del mondo a confermare che la ragazza “che andava a lavorare a Londra prendendo il bus rosso a due piani”, come ricorda l’autore stesso, si è ritrovata a corte conquistando sia la famiglia reale che il popolo dei suoi sudditi, mantenendo con questi una connessione della quale la corona ha assoluto bisogno.
“Kate all’inizio era un enigma per molte persone” ha raccontato Robson che lo scorso marzo a FqMagazine aveva spiegato come i pasticci nella comunicazione del palazzo di fronte alla sua malattia e alla questione delle foto taroccate dei bambini e pubblicate sul profilo social dei principi del Galles l’avessero molto addolorata, essendo lei una persona molto seria e rigida osservatrice di regole e protocollo. Esattamente come insegnava la regina Elisabetta II, “never complain, never explain”, mai lamentarsi e mai dare troppe spiegazioni. “La Middleton non è nata a corte, non è nata per questo ruolo, si è dovuta adattare al nuovo status”, ha proseguito autore di “Catherine, la principessa del Galles, la Biografia”, “ma è diventata una figura fondamentale per la monarchia e per il futuro della famiglia reale”. Oggi, secondo l’autore, affrontando la sua battaglia contro la malattia che l’ha colpita, ha anche saputo dimostrare grandi doti di resilienza.
Non ha elementi per poterlo affermare con certezza ma Robson è anche convinto che dall’autunno in poi tornerà sempre più presente sulla scena pubblica, ma sarà lei a decidere come, dove e quando ascoltando se stessa, il suo corpo e la sua forza.
“Abbiamo avuto due momenti importanti di recente, l’abbiamo rivista davanti alle telecamere di tutto il mondo (in giugno) al Trooping the Colour, il compleanno ufficiale del re e a Wimbledon (in luglio) – ha ricordato – ed era fantastica”. Il problema però starebbe nel fatto che quei due eventi sono stati isolati e molto protetti, Kate ha sfilato in carrozza con i bambini e poi si è affacciata al balcone in giugno ed ha preso posto nel campo centrale per assistere alla finale del grande slam di tennis a luglio. Affrontare appuntamenti quotidiani in mezzo alla gente è diverso e più stressante. La sua agenda, dunque, ne è certo Robson, verrà decisa giorno per giorno.
Quello che è invece sicuro è che per lei “la famiglia viene prima di tutto; passare sempre più tempo con i suoi figli” è al primo posto; poi ci saranno gli impegni reali”. Tanto emerge dal libro e dalle ricerche condotte dall’autore che sottolinea anche l’importanza della forte relazione tra re Carlo III e la nuora.
“Tra loro c’è una connessione fortissima che, sicuramente, l’affrontare insieme ed in contemporanea la diagnosi di cancro, ha contribuito a rafforzare.”
Il loro destino avrebbe quindi unito ancora di più un legame che era già forte, perché in fondo lei per lui “rappresenta la figlia che non ha mai avuto”.
“Kate è una che i problemi li risolve – ha aggiunto davanti alle telecamere della tv americana – quando William ed il padre hanno scontri o frizioni, lei è al di sopra del rumore” e mette pace. “E’ una persona che va al di sopra delle tragedie e dei drammi, chiunque viva una esperienza come la sua potrà confermare che, a quel punto, non si fanno più drammi inutili ma si vive la vita giorno per giorno”. Infine una rivelazione finale rivolta al futuro re che sin da piccolo ha dovuto affrontare dolori profondi come la perdita della madre. “Quando William ha saputo della malattia del padre e della moglie era molto avvilito, ma lei lo ha aiutato a tirare fuori forza e coraggio”. Ecco perchè l’intervista si conclude ripensando a quella famosa telefonata di 30 minuti con la quale, ancora ventenne, l’erede al trono lasciò la sua fidanzata del college, Kate, dicendo “siamo ancora troppo giovani”. “Sono sicuro che se ne pentì subito dopo aver riagganciato il telefono, ma al tempo aveva 20 anni, era presto e non voleva sposarsi: erano la coppia giusta al momento sbagliato”. Però poi, Kate seppe giocare bene le sue carte e riconquistò il suo principe.