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“Rifiutai 9 miliardi di Mediaset e la parte di Bond girl in uno 007 perché non sapevo l’inglese. Berlusconi? Lo rifiutai per poter continuare a non votarlo”

Alba Parietti si racconta a cuore aperto in un'intervista al Messaggero in cui ripercorre la sua vita e la sua carriera

di F. Q.
“Rifiutai 9 miliardi di Mediaset e la parte di Bond girl in uno 007 perché non sapevo l’inglese. Berlusconi? Lo rifiutai per poter continuare a non votarlo”

“Rifiutai 9 miliardi di Mediaset e la parte di Bond girl in uno 007 perché non sapevo l’inglese”. In un’intervista rilasciata al Messaggero, Alba Parietti torna a parlare dei fasti del 1990, apice rapido e altissimo della sua carriera dallo sgabello di Galagoal su Telemontecarlo a seguire i mondiali di calcio. Dalla spiaggia di Ibiza dove si trova in vacanza con l’attuale compagno, Fabio Adami, Parietti ha ripercorso diverse tappe della sua carriera professionale e della sua vita da quando i berluscones la chiamavano la coscia lunga della sinistra (“espressione coniata in ambienti di destra per offendermi, finì per farmi piacere: le mie gambe erano davvero lunghe e la sinistra rappresentava la mia coerenza politica”, ha spiegato) fino al momento in cui rifiutò l’esclusiva con Mediaset di 9 miliardi e una parte in GoldenEye con Pierce Brosnan perché non sapeva l’inglese: “Ero la donna più famosa d’Italia, la mia vita artistica e personale era ai massimi livelli in quell’Italia serena, spensierata, in crescita, soprattutto lontana dai social”.

Nell’estate del grande successo Parietti stava da 4 anni con il filosofo bolognese Stefano Bonaga (“uno degli uomini più importanti della mia vita”) e mentre facevano le vacanze in Sardegna avvenne il grande rifiuto: “Eravamo in barca, si parlava del mio rifiuto di passare a Mediaset e Flavio Briatore mi disse: ”Se fossi stato il tuo fidanzato, ti avrei impedito di fare quella cazzata”. Io gli risposi: ”Proprio per questo non avresti mai potuto essere il mio fidanzato”. Rifiuto di cui non si è mai pentita: “A Berlusconi dissi di no per motivi ideologici, per non perdere il diritto a non votarlo. E sul piano privato, pur potendo avere tutti gli uomini che volessi, anche i nababbi che all’epoca mi facevano la corte, stavo con un prof universitario”.

Poi c’è il ricordo di un compleanno del suo segretario proprio nella manciata di anni del successo: “Avevo affittato con una banda di amici una grande villa a Porto Rafael (…) non potrò mai dimenticare la festa hollywoodiana che diedi per il compleanno del mio segretario Riccardo: c’era tutto lo star system italiano da Paolo Villaggio a Vittorio Gassman. Il cerimoniere del jet set Massimo Gargia mi sussurrò: ”Bella e famosa come sei, potresti avere un compagno miliardario e un grattacielo a New York”. Marta Marzotto continuava a ripetermi: “Mettiti con uno ricco e levagli tutto”. Ma io amavo Bonaga”.

Infine il tempo che passa, i telefoni che suonano sempre meno, le comparsate tv come opinionista che sembrano ossigeno vitale (“A 30 anni cerchi di apparire intelligente e non superficiale, ma quando arrivi a 60 hai solo voglia di sentirti dire che sei bella”) e una citazione da Patty Pravo: “Più invecchio più ho voglia di giocare, non mi preoccupo di quello che la gente pensa. Essere rimasta una ragazzina dentro mi rende fragile e impunita. (…) E l’età non è una malattia. Non cambierò mai. Ho cambiato la vita che non è riuscita a trasformare me”.

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