La serrata degli ombrelloni è l’inizio della fine del Governo Meloni.

I democratici-costituzionalmente-orientati hanno provato a scalfire le mura del “fortino” degli Eredi-al-quadrato (del Duce e di Berlusconi) sparando bordate di ogni tipo, con un comun denominatore: la difesa dello Stato di Diritto, fondato sulla uguale dignità di ogni essere umano e quindi dell’uguaglianza di fronte alla Legge. Bordate contro le politiche segregazioniste riservate agli immigrati, contro l’autonomia differenziata che polverizza la Repubblica, contro il “premierato” che archivia l’equilibrio tra poteri democratici, contro la censura dell’informazione, contro la mortificazione della indipendenza e della efficacia della magistratura, contro le irrisolvibili ambiguità sul fascismo, contro l’indifferenza per l’inferno carcerario, contro la liquidazione del Sistema Sanitario Nazionale, contro l’umiliazione della scuola, l’occupazione della cultura, l’inadeguatezza delle politiche ambientali, l’arretratezza violenta e volgare sui diritti civili… Nulla! Le mura del fortino non sono state nemmeno scalfite. La “Rocca-meloniana” non ha accusato alcun colpo.

Il motivo è semplice: la legittimazione del potere dei destri è fondata altrove e dunque è totalmente irresponsabile rispetto al “blocco sociale” che esprime queste critiche, che tira queste bordate. La “rocca-meloniana” sta in un metaverso che non risponde alle logiche di quest’altra parte di universo, si realizza cioè in una versione spinta del concetto di “autonomia differenziata”. Nel senso che la “rocca-meloniana” è il prodotto di una autonomia culturale che si differenzia in maniera radicale dalla cultura della Costituzione repubblicana e antifascista, anche se al potere ci è arrivata con gli strumenti previsti dalla Costituzione medesima (non una novità, purtroppo). E quindi se “noi” ci indigniamo per l’aeroporto intitolato a Berlusconi, “loro” se ne fregano e si indignano per la nostra indignazione: irriducibili.

Ma se la bordata arriva dai balneari allora la storia cambia in maniera repentina.

Perché i balneari che protestano hanno fatto parte del “metaverso” meloniano: hanno scommesso sulle parole d’ordine con cui nel ‘22 il partito della Meloni è arrivato al 30%. Quelle parole che in maniera incredibile ma suadente promettevano tutto e il suo contrario: basta tasse, basta persecuzione fiscale, cameretta-libera, basta Europa, basta immigrati, basta intercettazioni…

La serrata degli ombrelloni è preludio del “risveglio”: il risveglio di chi ha creduto alle promesse di quella campagna elettorale e ora si rende conto di essere stato preso in giro.

La serrata degli ombrelloni è il preludio di quanto accadrà con la prossima legge di Bilancio, con la quale tutti i nodi verranno al pettine, per quanto il pettine verrà maneggiato con l’attesa prudenza dal nuovo Ragioniere dello Stato (ché di farsi chiamare “ragioniera dello Stato” non ne ha alcuna intenzione) voluto dal Ministro Giorgetti.

Per carità: una rondine non fa primavera e nemmeno un ombrellone chiuso prima di Ferragosto, ma mette senz’altro di buon umore. E forse non è un caso che la tensione tra verso e metaverso all’interno dell’universo italiano si stia plasticamente scaricando in questi giorni proprio sulla persona che per dovere costituzionale rappresenta ancora e sempre l’unità della nazione e della Repubblica: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che infatti non firma la legge sull’abolizione dell’abuso d’ufficio. Da un mese.

L’universo italiano ha insomma il proprio baricentro nella Presidenza della Repubblica e non possiamo che esserne confortati e grati. L’estate, come scrivevamo, sta finendo.

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