Il Sindacato Italiano Balneari e Fiba-Confesercenti, che hanno proclamato il simbolico sciopero dell’ombrellone” – due ore di serrata tra le 7:30 e le 9:30 per protesta contro l’immobilismo del governo – parlano di “massiccia partecipazione in tutta Italia”. In realtà i numeri sono molto ballerini: in Liguria un rappresentante dei concessionari rivendica un “successo strepitoso” ma conta tra gli aderenti anche i titolari che si sono limitati ad attaccare su una vetrina la locandina con le ragioni della mobilitazione. Le adesioni sono state di fatto a macchia di leopardo: gli ombrelloni sono stati regolarmente aperti da Rimini a Forte dei Marmi e Mondello. Le opposizioni comunque attaccano il governo che i balneari accusano di non aver mantenuto le promesse elettorali. “Lo sciopero massiccio è la clamorosa conferma dell’incapacità di questo governo che solo ed esclusivamente per scopi elettorali ha illuso per anni intere categorie lasciandole adesso senza alcun indennizzo“, dice il capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani. “Su questa catastrofe, che ha una sola responsabile e si chiama Giorgia Meloni, si registra oggi soltanto l’imbarazzo dei tanti esponenti di destra che avevano cavalcato le proteste con toni populisti, ma che adesso si nascondono nell’assoluto silenzio“.

In Romagna il Papeete, stabilimento simbolo della pazza estate 2019 di Matteo Salvini, ha partecipato alla serrata. Ma a Rimini i concessionari hanno scelto una protesta “dolce” all’insegna dell’”ospitalità” (brindisi con i turisti all’ora di pranzo per spiegare e raccontare i motivi dei malumori che attanagliano la categoria). Sull’arenile – punteggiato da 150 stabilimenti su quasi 20 chilometri – gli ombrelloni sono stati aperti come ogni giorno.

In Liguria Enrico Schiappapietra (Balneari Savona) parla di “successo strepitoso” con un 90% di adesioni. Durante quello che è stato definito sciopero “gentile” c’è “chi ha offerto la colazione, chi ha fatto accoglienza spiegando le ragioni degli ombrelloni chiusi, chi ha lasciato un fiore sui tavolini. Insomma abbiamo indovinato il format, perché gli ombrelloni chiusi alle 9 del mattino sono un segnale mediatico importante che abbiamo inviato”. In Liguria gli stabilimenti balneari sono circa mille, “ma le attività balneari come bar, chioschi, campeggi e spiagge attrezzate sono circa 4mila. E tutti hanno voluto aderire a loro modo anche solo attaccando la locandina“.

A Ostia l’adesione sarebbe stata altissima, con la partecipazione della “quasi totalità dei balneari” secondo il responsabile Fibe – Confcommercio di Roma Edoardo Moscara. “Noi lavoriamo da anni con un bene pubblico, paghiamo un canone deciso non da noi ma dal governo e abbiamo investito per anni nelle nostre strutture, quello che chiediamo è che ci venga riconosciuto un ‘valore aziendale’ se ci verrà chiesto di lasciare tutto”.

Nelle Marche oltre il 50% degli operatori ha aderito all’iniziativa. In Versilia ha partecipato uno stabilimento su quattro, stima su cui pesa la serrata totale dei bagni di Lido di Camaiore, i cui gestori hanno deciso di aprire gli ombrelloni alle 9:30 a differenza degli altri colleghi di Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta, Viareggio che non hanno aderito alla protesta. A Viareggio, a sorpresa rispetto agli annunci della vigilia, circa 20 bagni si sono uniti allo sciopero. I clienti più mattinieri comunque potevano aprirsi l’ombrellone da sé e l’assistenza dei bagnini era garantita. Anche i balneari che hanno protestato in Versilia hanno ammesso che è un modo per fare pressione al governo e cercare di trovare una linea guida comune per tutti, visto che la scadenza del 31 dicembre 2024 per le concessioni demaniali si sta avvicinando.

In Abruzzo adesioni quasi nella totalità dei lidi della Costa dei Trabocchi, altissime nel Pescarese (sfiorato il 100% a Montesilvano), alte, ma inferiori al resto della regione, nel Teramano, stando ai dati forniti da Riccardo Padovano, presidente regionale della Sib-Confcommercio. Giuseppe Susi della Fiba-Confesercenti, imprenditore a Torino di Sangro, spiega: “Abbiamo protestato fino alle 9.30 del mattino. Nonostante l’orario faceva comunque molto caldo: per questo abbiamo deciso di garantire il servizio ad anziani e bambini. Non ci sono stati disagi”. Non tutti erano d’accordo con la protesta. Carlo Dezi, vertice dei balneari di Tortoreto e vicepresidente regionale della Confartigianato imprese demaniali, dice che “occorre ben altro” e “la protesta non doveva coinvolgere i clienti in un periodo cruciale della stagione in cui l’intero comparto turistico conta su di noi”.

Dal Poetto di Cagliari a Villasimius, Chia, Barisardo, Bosa, Alghero, Santa Caterina, Carloforte e Orosei. In Sardegna, dal nord al sud, secondo il sindacato sono migliaia gli ombrelloni chiusi fino alle 11:30. “Il vuoto normativo col quale stiamo convivendo da anni sta creando situazioni dannose e gravose”, dice Claudia Comida, presidente regionale del Sib.

Ombrelloni aperti nelle spiagge del Palermitano. Non si sono registrate proteste negli stabilimenti balneari di Mondello e Isola delle Femmine. Alcuni però non hanno potuto incrociare le braccia perché le spiagge e gli spazi in gestione sono comunali e devono garantire l’apertura.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Incendi lungo la linea AV Roma-Napoli: treni rallentati o cancellati, ritardi fino a quattro ore. Salvini: “Tasso di puntualità dell’83%”

next