Calcio

Catania e la serie B che non arriva più. Dalla paura al sospiro di sollievo: la fidejussione salva il mercato. Ma accende i fari su Pelligra

Attesa, paura, speranza, liberazione. Anche se le nubi su Catania restano per dei problemi economici che nessuno si sarebbe aspettato. Non adesso, almeno. Vero, si tratta di Lega Pro, ma le vicende societarie degli ultimi anni e l’importanza della piazza impongono di parlarne quasi come di una realtà ai massimi livelli, soprattutto se si considera […]

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Attesa, paura, speranza, liberazione. Anche se le nubi su Catania restano per dei problemi economici che nessuno si sarebbe aspettato. Non adesso, almeno. Vero, si tratta di Lega Pro, ma le vicende societarie degli ultimi anni e l’importanza della piazza impongono di parlarne quasi come di una realtà ai massimi livelli, soprattutto se si considera l’importanza della proprietà che gestisce il club: si tratta del gruppo Pelligra, imprenditore australiano che in due anni ha già speso decine di milioni di euro sulla squadra, con l’obiettivo di riportarla nelle serie più importanti. E di investire sulla città, ça va sans dire.

Caos Catania: cosa è successo e cosa dice il regolamento della Lega Pro
Per capire bene cosa sia successo, bisogna fare un salto indietro di quasi 24 ore, quando nella città di Catania, in tarda serata, si è esultato per una fidejussione da poco più di 4 milioni di euro arrivata in extremis. A cosa serviva? Era una garanzia richiesta dalla Lega Pro per ratificare tutti i nuovi acquisti, che a Catania per ora sono otto (allenatore escluso: Mimmo Toscano è stato il nome scelto per provare a raggiungere la Serie B, lui che è esperto di promozioni) ma che non si fermeranno qui.

Il regolamento della Lega Pro impone infatti un controllo rigido sui conti delle società, soprattutto in tema di stipendi, per evitare la falce dei fallimenti dei club a campionato in corso. Avvenimento fin troppo frequente nelle scorse stagioni. Nello specifico, se il monte ingaggi eccedesse il milione di euro, servirebbe una garanzia bancaria del 40% della cifra in eccedenza. Se, per esempio, un club si ritrovasse con un tetto di spesa di 2 milioni lordi (quindi un milione in più rispetto al tetto), servirebbe una fidejussione di circa 400mila euro. Il Catania, a conferma delle ambizioni, ha previsto di spendere per giocatori e staff circa 11 milioni di euro. Ma la fidejussione di 4 milioni non arrivava. E la preoccupazione aumentava ogni giorno di più.

Perché la scadenza per ratificare i contratti già firmati era fissata a ieri, 9 agosto. E solo in extremis è arrivato l’ok dalle banche (che per il gruppo Pelligra sono americane) e il conseguente via libera dalla Lega Pro. Con un sospiro di sollievo non solo per i tifosi (che hanno già sottoscritto 7mila abbonamenti), ma anche per l’allenatore, che non ha potuto convocare per le prime uscite ufficiali di Coppa Italia i nuovi acquisti.

Problema risolto? Sì. Con “tante scuse” da parte di Pelligra, che attraverso un comunicato ha ribadito tutto il suo impegno a far decollare un progetto nato due anni fa e che, secondo i piani, prevedrebbe la promozione in Serie B al termine di questa stagione. Dopo quella appena conclusa che è stata molto più difficile rispetto al previsto (nonostante la vittoria della Coppa Italia di Serie C). Il ritardo, secondo quanto raccontato, è stato dovuto a un errore materiale di comunicazioni tra banche americane e italiane, che probabilmente era stato sottovalutato nelle scorse settimane.

Ma, appunto, qualche ombra resta. Come si diceva, Pelligra, che ha origini siciliane, vuole investire sulla città (è un costruttore) e in generale in Italia. E le notizie non sono state proprio confortanti. Nelle ultime settimane, il gruppo ha rilevato la ex Blutec (delle cui sorti IlFattoquotidiano.it si occupa da anni), annunciando un piano di prepensionamento per 183 lavoratori e l’assunzione di 350, con l’aiuto però della Regione. Temi sociali ben più delicati rispetto al Calcio Catania, che però aprono a una serie di riflessioni sulla capacità di investimento del gruppo. Che sembra molto solido, certo. Anche se questa figura, non proprio bella, poteva essere evitata.