Almeno 93 persone, tra cui 11 bambini e sei donne, sono state uccise da un attacco israeliano sul complesso scolastico Al-Tabin nel centro di Gaza City, usato come rifugio per gli sfollati. Lo riferiscono i servizi di soccorso della Striscia di Gaza governata da Hamas. L’edificio, di due piani, è stato colpito durante la preghiera del mattino con tre bombe da 907 chili ciascuna: al piano superiore si trovavano le donne, al piano terra, dedicato alla preghiera, uomini e ragazzi. Le Idf (l’esercito israeliano) hanno confermato l’operazione, sostenendo di aver condotto un “attacco di precisione contro i terroristi di Hamas che operavano in un centro di comando e controllo nascosto nella scuola”. Le forze armate di Tel Aviv sostengono che “prima del raid sono state prese numerose misure per mitigare il rischio di colpire civili, compreso l’uso di munizioni di precisione, ricognizione aerea e informazioni di intelligence”. Hamas, accusano, viola “in modo sistematico la legge internazionale, operando dai rifugi dei civili e sfruttando brutalmente la popolazione e le istituzioni civili come scudi umani per le loro attività terroristiche”. Hamas, il gruppo islamista palestinese al governo della Striscia, parla invece di “crimine orribile che costituisce una pericolosa escalation“.

In un primo momento, le autorità dell’enclave avevano ipotizzato un bilancio “superiore a cento morti”. In un post su X, il portavoce dell’esercito Nadav Shoshani ridimensiona il conteggio: “Sulla base di un esame iniziale, i numeri pubblicati dal governo di Hamas a Gaza non sono in linea con le informazioni in possesso dell’Idf, con le precise munizioni utilizzate e con l’accuratezza dell’attacco. Secondo l’intelligence israeliana”, aggiunge, “circa venti militanti di Hamas e della Jihad islamica, tra cui alti comandanti, operavano dal complesso colpito presso la scuola al-Tabin, utilizzandolo per compiere attacchi terroristici. Il complesso, e la moschea che è stata colpita al suo interno, era una struttura militare attiva di Hamas e della Jihad islamica”. Un testimone ha raccontato all’Associated Press che l’attacco è stato sferrato senza preavviso al mattino presto, prima dell’alba: “C’era gente che pregava, c’era gente che si lavava e c’erano persone che dormivano al piano di sopra, tra cui bambini, donne e anziani. Il missile è caduto su di loro senza preavviso”.

L’attacco è arrivato dopo che Israele ha accettato l’appello di Egitto, Stati Uniti e Qatar per un round conclusivo dei negoziati sul cessate il fuoco, fissato per il 15 agosto. In una durissima nota, il ministero degli Esteri del Cairo scrive che il fatto che lo Stato ebraico “commetta questi crimini in larga scala, come l’assassinio deliberato di civili ogni volta che gli sforzi dei mediatori si intensificano, è la prova definitiva della mancanza di volontà politica di mettere fine a questa guerra brutale”. Al contrario, prosegue il comunicato, Tel Aviv “persiste” nel provocare “la continua sofferenza umana dei palestinesi sotto il peso di una catastrofe umanitaria internazionale che il mondo è incapace di fermare”. Nonostante questo l’Egitto riafferma l’impegno diplomatico per “garantire l’ingresso di aiuti umanitari con diversi mezzi e lavorare per arrivare a un cessate il fuoco, a prescindere da quanto sia difficile o da quanti ostacoli vi siano”. Anche Mousa Abu Marzouk, dice alla tv qatariota Al Araby che “Israele sta cercando di ostacolare i negoziati”.

Anche in Italia arrivano reazioni di condanna, in particolare dall’opposizione: il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte chiede al governo di “richiamare il nostro ambasciatore a Tel Aviv in segno di ferma protesta contro gli incessanti crimini di guerra del governo Netanyahu”.” Altri cento civili palestinesi, molti bambini e donne, fatti a pezzi dalle bombe israeliane sganciate su una scuola-rifugio di Gaza affollata per l’ora della preghiera. Ogni giorno una nuova strage, anche più atroce, mentre chi sopravvive alle bombe muore di fame, sete e malattie. Uno sterminio sistematico messo in atto da un governo estremista che giustifica ogni massacro e teorizza una nuova “morale” che consente di far morire di fame due milioni di palestinesi. Le condanne non bastano più“, afferma. Durissimo anche il leader di Europa Verde Angelo Bonelli: “Israele ha stabilito un limite invalicabile. Non si può più aspettare. È venuto il momento di dire sì alla condanna di Netanyahu per crimini contro l’umanità e di riconoscere lo Stato palestinese. L’Italia richiami ambasciatore da Israele per esigere spiegazioni e chiedere lo stop dei bombardamenti a Gaza”.

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