“Io ci parlo sempre con lei, sorrido con lei e a volte ci litigo anche. È rimasta parte integrante del mio vivere”. È passato un anno dalla morte di Michela Murgia, ma il suo ricordo è più vivo che mai in chi ha imparato ad apprezzarla da lontano e in chi l’ha conosciuta e l’ha amata. Proprio come mamma Costanza, che a La Nuova Sardegna affida alcune riflessioni sulla figlia, scomparsa a 51 anni dopo una brutta malattia.
“Michela non muore mai” racconta la madre. “Ogni volta che mi sembra di sentire il distacco, c’è sempre un libro nuovo, una cosa nuova che qualcuno da qualche parte fa per lei. Questo mi permette di sentirla viva, di non sentire la sua assenza”. Come il murale a Cabras realizzato dai ragazzi delle scuole, o quello di Napoli dedicato alle donne coraggio – tra cui proprio la scrittrice – apparso in occasione dell’8 marzo di quest’anno.
A sostenerla nel primo anno senza la figlia è stato l’affetto per Michela che ha sentito provenire da ogni dove, da giovani ma anche da persone più anziane. Gli amici dell’attivista spesso fanno visita a mamma Costanza, che ammette: “È normale che mia figlia mi manchi. So che ci sono cose che non mi ha mai detto e si è tenuta per sé. Era la sua vita, del resto. Oggi mi chiedo perché abbia avuto paura di raccontarmi certe cose. Credo che lei mi risponderebbe: ‘Mamma, perché tu sei tu’. Aveva paura del mio giudizio, ma se mi avesse parlato col cuore ci saremmo trovate d’accordo”.
Un legame, il loro, che non può essere spezzato nemmeno dalla morte: “Michela è rimasta con noi, è qui” conclude la donna. “Al di là di alcune incomprensioni, io e lei siamo sempre madre e figlia. Nonostante la complessità dei nostri caratteri, abbiamo sempre lavorato per tessere un unico lungo filo che ci unisce ancora oggi”.