Rivincita? No, non dovevo né vincere né perdere. Solo portare la squadra serena in pedana. Il nostro è uno sport di automatismo, fa sorridere che queste ragazze sono le colleghe delle presunte maltrattate. Come si può pensare di lasciarmi allenare queste ragazze se fosse vero”. Parola di Emanuela Maccarani, direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di Desio indagata lo scorso anno per un’inchiesta sportiva sugli abusi psicologici e vessazioni ai danni di alcune ginnaste che l’avevano accusata, per poi venire ammonita dalla giustizia sportiva (per “accesso di affetto verso le atlete) e tornare nella squadra delle Farfalle. Al termine della medaglia di bronzo conquistata nella finale a squadre all-around alle Olimpiadi, Maccarani ha voluto fare chiarezza sulla sua posizione: “Credo che bisogna avere grande equilibrio, oltre che essere consci di ciò che è stato l’operato. Mai e poi mai avrei accompagnato una squadra olimpica se ci fosse stato un briciolo di verità rispetto a quanto accusato. A Desio si lavora, si entra solo se sani“.

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Abusi nella ginnastica ritmica, il caso di Emanuela Maccarani
“Sono stati 11 mesi estremamente difficili per quel che riguarda la mia persona e la mia figura professionale”, questa era stata la reazione di Maccarini dopo l’ammonizione inflitta dal giudizio sportivo lo scorso settembre. “Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita. La mia coscienza è tranquilla al punto che mi ha permesso di lavorare in questi mesi. Avete potuto sentire le motivazioni e le deposizioni fatte dagli avvocati e di conseguenza i fatti si sono esposti con chiarezza”. L’inchiesta sportiva si era dunque conclusa con un ridimensionamento sostanziale del quadro probatorio rispetto alla contestazione di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”.

La procura di Monza – nel dicembre del 2022 – infatti, aveva aperto un fascicolo sulle violenze psicologiche subite da alcune giovani atlete di ginnastica ritmica dell’Accademia internazionale di Desio, in provincia di Monza e della Brianza. Dopo le rivelazioni fatte da due ginnaste, minorenni all’epoca dei fatti, l’obiettivo della procura era quello di far luce sulle responsabilità degli abusi psicologici e sui comportamenti vessatori denunciati. Una delle due indagate – insieme all’assistente Olga Tishina – era proprio Emanuela Maccarani: sospesa dalla Federazione, quando la notizia delle prime denunce era trapelata sulla stampa, aveva inviato ai colleghi un messaggio Whatsapp, per difendere la sua posizione. Le ragazze avevano raccontato nel dettaglio il contesto nel quale gli abusi si erano verificati. In particolar modo le testimonianze parlavano di umiliazioni subite riguardo il loro aspetto fisico e la violenza psicologica perpetuata attraverso un controllo esasperato del peso: comportamenti verificati in modo non episodico. Quasi un anno dopo, Maccarani è tornata ad allenare portando le ragazze della ginnastica ritmica alla medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi.

La dedica delle Farfalle
Intervenute ai microfoni di Rai Sport, dopo le premiazioni, le ginnaste hanno voluto dedicare il loro terzo posto a Emanuela Maccarani: “A Tokyo la nostra medaglia era dedicata a lei, questa volta gliela dedichiamo doppiamente. Negli anni non ha mai mancato neanche un’ora di dedizione a noi e al nostro lavoro, in più ci ha messo sempre davanti rispetto a lei. Le saremo grate per tutta la vita” ha dichiarato Alessia Maurelli ai microfoni di Eurosport.

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