Il governo, alla disperata ricerca di soldi per far quadrare i conti della prossima legge di bilancio senza fare deficit, cala la scure sulle detrazioni fiscali. Lo dice il sottosegretario all’Economia Federico Freni, intervistato dal quotidiano Repubblica. Saranno salve, assicura il sottosegretario, quelle relative a spese mediche, casa e lavoro. Per tutto il resto è caccia aperta. “Una revisione delle tax expenditures è doverosa perché ci sono decine di micro agevolazioni che hanno uno scarso impatto. Un’attenta operazione di pulizia permetterà di rendere il sistema più efficiente. Ma non toccheremo certamente le detrazioni per spese mediche, casa e lavoro”, dice Freni.

Assicura poi che nella manovra non ci saranno “né tagli, né sanatorie”. Perché “dispiace deludere ancora una volta chi si aspettava un’economia in affanno e un governo alla disperata ricerca di fondi. Siamo al lavoro per costruire una manovra seria e credibile. Non abbiamo bisogno di ricorrere a tagli lineari, né a fantasiose coperture una tantum: è come pensare di poter riempire d’acqua un secchiello pieno di buchi”.

Il sottosegretario ribadisce che non ci sarà una tassa sugli extraprofitti delle banche. Tuttavia, come trapelato qualche giorno fa, il governo lavora ad un altro genere di intervento, una sorta di obbligo di remunerazione dei correntisti, comunque costoso per gli istituti di credito, se attuato. “Le banche sostengono l’economia reale del Paese ogni giorno e come tutti pagano le tasse in funzione degli utili maturati. Non ci saranno tasse sugli extraprofitti o prelievi forzosi”, dice Freni senza chiarire il secondo punto.

Alla domanda se l’esecutivo abbia messo un veto sulla vendita di Mps a Unipol, replica: “I conti semestrali dimostrano che Monte dei Paschi gode di ottima salute: dobbiamo dire grazie a un management competente e responsabile. La fase di consolidamento proseguirà finché sarà necessario. Non è Mps la banca che ha bisogno di un colpo di fulmine: che poi, si sa, le nozze affrettate si concludono sempre male”. Per il sottosegretario “non c’è alcuna incompatibilità tra la roadmap di Mps e gli impegni assunti con Bruxelles”.

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