Distrutto e angosciato. “Mi spiace da morire, nonostante tutto quello che è successo mi ero convinto che avrei potuto fare quel qualcosa per cui ho lavorato così tanto per questa gara. Cerco solo di non pensarci, voglio stare tranquillo perché mi fa male“. Gianmarco Tamberi non riesce a darsi pace dopo l’amara finale del salto in alto terminata dopo appena sei salti allo Stade de France. Sfinito dalle coliche riacutizzate poche ore prima della gara, il corpo non ha retto come avrebbe sperato e i limiti in pedana sono stati evidenti. “Sono sincero, non mi meritavo quello che è successo domenica scorsa e quello che è successo ieri sera – ha dichiarato Gimbo ai microfoni di Rai SportNon me lo meritavo. Ho dato tutto allo sport. Io non ho mai cambiato la mia vita per i successi ottenuti. Sono venuto qui con la stessa fame, la fame c’era, mancava tutto il resto. C’ho creduto. C’ho provato con tutte le mie forze. Non riesco ad accettarlo“.

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“Ti perdi tanto per strada per preparare eventi di questo genere, anche una famiglia”
L’adrenalina del momento, lascia spazio alla delusione nel post-gara. “Era quella che sentivo come l’ultima vera gara, quella per cui dedichi la vita, perché io lo sport lo affronto così, dedicandogli la vita. In questi anni non mi sono mai fermato a guardare quello che avevo raggiunto perché non volevo mai essere soddisfatto delle cose fatte e volevo continuare a lottare e sfruttare questo. Mi dispiace da morire”. Un rapporto viscerale con lo sport: quasi un’ossessione, trasformatosi in un incubo. Sacrifici e allenamenti compromessi in pochi giorni. Tamberi ha poi proseguito: “Il ruolo di portabandiera? Sicuramente sono state delle grandi emozioni. Però io ho lavorato per la mia gara. È chiaro che il giorno che me lo hanno detto è stata una grandissima soddisfazione, un onore immenso che forse realizzerò più avanti, perché ho cercato sempre di tenere lontane le emozioni che erano diverse da quelle del salto, per concentrarmi al 100%. In quello forse sbagliando a questo punto, perché poi se succede quello che è successo oggi ti perdi tanto per strada e ti perdi magari una famiglia che avremmo voluto fare tre anni fa“. Serviranno giorni se non settimane a Gianmarco Tamberi per metabolizzare quanto accaduto: tre anni dopo il successo di Tokyo, Gimbo è a un bivio. E quella che sarebbe potuta essere la sua ultima grande occasione alle Olimpiadi, è stata un salto nel vuoto. Tra delusione e, forse, rassegnazione.

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