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Lazar Dukic, l’atleta muore annegato durante una prova nel lago ai CrossFit Games. I dubbi sulla sicurezza: “Nessuno si è accorto”. E l’italiana si ritira

I giochi sono andati avanti anche dopo la tragedia, ma cosa è successo in Texas? Intanto tra le lacrime, la comunità del mondo del Crossfit non nasconde la rabbia

Mentre a Parigi andavano in scena i Giochi Olimpici 2024, delle altre “Olimpiadi”, forse meno seguite ma altrettanto conosciute nel mondo del CrossFit si stavano tenendo in Texas. Si tratta dei CrossFit Games, organizzati dalla CrossFit Inc, la società statunitense che ha “inventato” la disciplina ormai seguitissima in tutto il mondo. Una gara che però è stata interrotta (anche se per poco) da un fatto grave, anzi gravissimo: uno degli atleti in gara, Lazar Dukic, 28enne serbo, ha annaspato durante una gara, quella di nuoto nel lago Marine Creek, ed è morto. La tragedia è avvenuta giovedì scorso ma i contorni della vicenda non sono così nitidi.

Il video, diventato in pochissimo tempo virale sui social, mostra Dukic cominciare ad annaspare a pochi metri dal traguardo. Intorno a lui ci sono alti atleti che stanno attraversando il lago, una prova di nuoto in acque libere da 800 metri fatta dopo una corsa campestre, e alcuni addetti alla sicurezza su un padel. Nessuno, però, sembra accorgersi di quell’atleta che sta palesemente annegando, fino a che, a un certo punto, Dukic viene inghiottito dall’acqua. I soccorsi recupereranno il suo corpo, ripescato senza vita dal fondale del lago, solo ore dopo. Ma cosa è successo? Perché nessuno è intervenuto? È su questo che si interroga ora la comunità del CrossFit sconvolta da questa tragedia.

La tragedia però, nonostante la contrarietà di alcuni atleti, tra cui l’unica italiana in gara, Elisa Fuliano, che ha deciso di ritirarsi dalla gara, non è bastata a fermare la competizione che è proseguita nei giorni successivi. All’atleta serbo è stata riservata solo una breve cerimonia di commemorazione e nulla di più. Insomma, “the show must go on”, ma fino a che punto?

Come riporta anche il quotidiano la Repubblica, l’unica atleta italiana in gara, la 28enne Elisa Fuliano, accompagnata negli Usa dal suo coach, Matteo Agnelli, ha deciso appunto di abbandonare i giochi. “Dopo questa morte non ero in grado di gareggiare”, racconta, spiegando di aver provato a proseguire ma di non esserci riuscita. Anche lei ha avuto un momento in cui si è trovata sola: “Dopo duecento metri, mi è capitato questo mini attacco di panico nel lago, mi sono trovata da sola in un momento in cui avevo bisogno di assistenza”, racconta. Ma è il coach Agnelli a puntare il dito sull’organizzazione: “Io devo tantissimo a questo sport, ma sono deluso da come il CrossFit come organizzazione ha gestito questa cosa”. Insomma, sottolinea anche Agnelli, come riporta Repubblica, “sembrava tutto un grande spettacolo, le telecamere erano puntate sui chi arrivava primo. Avevano davanti agli occhi un ragazzo che stava annegando e non se ne sono accorti. Questo crea rabbia”.

Eppure qualcuno ha visto. Almeno secondo la ricostruzione di un altro allenatore presente alla gara, David Shorunke, coach della svedese Emma Tall che ha raccontato di due spettatori che hanno visto “un atleta andare sott’acqua vicino all’ultima boa arancione” e che hanno urlato per chiedere aiuto. I due avrebbero anche “provato a entrare ma sono stati fermati da un bagnino”. La speranza, dice Shorunke in un lungo post sui social è che si indaghi a fondo sulla vicenda, cercando di capire come mai uno dei “migliori corridori e nuotatori” sia annegato a 30 metri dal traguardo” davanti agli occhi di bagnini, personale medico e spettatori.

A partecipare alla gara erano circa 80 atleti. E se da una parte alcuni hanno deciso di ritirarsi dopo quanto accaduto, come l’italiana Fiulani, altri hanno deciso di continuare a gareggiare. Sì perché anziché sospendere la competizione, la società organizzatrice ha deciso di continuare.

Intanto, in attesa di capire cosa sia successo esattamente, la società ha detto che sta conducendo indagini interne. Nessuna conclusione però potrà riportare in vita il giovane atleta né attenuare il dolore e la rabbia per la scomparsa di Lazar.