Ambiente & Veleni

Messina si ribella al Ponte sullo Stretto: dai prof universitari allo stilista di Cavalli. “La grande opera è una calamità come la siccità”

Vogliamo l’acqua dal rubinetto, no al Ponte sullo Stretto”: è il coro che ha accompagnato il lungo corteo contro la grande opera a Messina. La manifestazione di sabato ha percorso le strade del centro cittadino per terminare in Piazza del Popolo. Almeno 3mila persone hanno marciato per chiedere “infrastrutture che garantiscano i servizi minimi come quello idrico”, ha spiegato Daniele Ialacqua, del movimento No Ponte Capo Peloro. Messina infatti ha da qualche giorno iniziato l’erogazione a giorni alterni che va ad aggravare il razionamento di poche ore giornaliere che è una costante del servizio idrico della città dello Stretto. La siccità ha infatti solo aggravato una situazione che a Messina è molto precaria e che dopo la drammatica crisi del 2015, quando la città restò completamente senz’acqua per venti giorni, non è stata mai sanata. “Siamo qui nonostante l’emendamento del governo che colpisce chi vuole manifestare il proprio dissenso contro le grandi opere. Una norma ad hoc che mira soprattutto a sgonfiare il dissenso contro il Ponte sullo Stretto: siamo qui anche per garantire quegli spazi di partecipazione democratica che il governo vuole chiudere” ha spiegato Gino Sturniolo, storico organizzatore delle manifestazioni No Ponte ed ex consigliere comunale. La marcia di ieri è stata organizzata dalla Rete No Ponte e ha visto la partecipazione compatta di tutti i movimenti nati contro la grande opera. Tutti per chiedere che “la Stretto di Messina Spa venga chiusa. Definitivamente. Era stata messa in liquidazione ma mai estinta e questo ha permesso al governo di ripristinare il vecchio progetto del 2011 con una procedura che giudichiamo completamente illegittima”, ha aggiunto Sturniolo. A marciare anche l’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti, che nel 2004 diede il là alla protesta arrampicandosi sul pilone di Torre Faro (il villaggio di mare dove è previsto il pilone dal lato siculo) con il primo manifesto No Ponte: “Vogliono fermare il vento con le mani: essere fascisti è proprio questo, andare col pugno duro contro il diritto sacro della libertà di idee”, ha detto Accorinti.

“Un’altra manifestazione che tiene unite le file di tutti i movimenti – sottolinea Aurora Notarianni, avvocata e attivista del Wwf – e che stigmatizza non solo l’inutilità di quest’opera ma i bisogni reali del territorio, come l’esigenza idrica. Basti pensare poi che quest’anno in Sicilia si registra una riduzione del turismo del 40 per cento, che è la nostra vera risorsa, a vantaggio di luoghi come la Croazia, la Grecia, luoghi raggiunti principalmente viaggiando in aereo. Bisogna investire in porti e aeroporti: il ponte è solo un gioco”.

“Non solo infrastrutture carenti e siccità, anche il ponte è una calamità”, è questo uno degli slogan esposti nei manifesti dai Docenti No Ponte, la sigla dei docenti universitari che per la prima volta sfila in una manifestazione contro la grande opera. “People have the power, Stretto di Messina non si tocca, stop the evil bridge”, ha invece gridato dai microfoni della testa del corteo un membro del Freedom Flotilla Coalition, movimento di solidarietà internazionale, approdato a Messina, come unica tappa italiana, su Handala, la barca con la quale salperanno per sfidare il blocco navale di Israele. “Stop the genocide. Free Palestine”, alla protesta contro il ponte si è unita quella contro la guerra tra Israele e Palestina, per le strade di Messina hanno sfilato cartelli anche contro il governo israeliano. A marciare contro la grande opera anche lo stilista messinese Fausto Puglisi, direttore creativo di Roberto Cavalli, e l’avvocato di Salvatore Borsellino, Fabio Repici. Le manifestazioni contro la grande opera proseguiranno il 24 e 25 agosto al Parco letterario Horcynus Orca con una rassegna di due giorni organizzata dal Coordinamento Giovani No Ponte e promosso dal Comitato No Ponte Capo Peloro e dal Coordinamento No Ponte. “Due giorni di concerti, reading, esposizioni, dibattiti e assemblee per ricordare alla città le potenzialità della creatività e delle esperienze che la attraversano”, spiegano in una nota i “Giovani No Ponte”. ” Aunni Annari – aggiungono – è la domanda da fare a chi vuole le ruspe, lo slogan per rispondere a chi pensa che questa sia solo terra da abbandono”.