“Che la lotta del ponte diventi di nuovo, come 20 anni fa, nazionale”. Cinquemila persone hanno inondato ieri la città di Messina per la manifestazione “No Ponte”. Da piazza Cairoli a piazza Lo Sardo, un corteo per dire no un’infrastruttura che costerà miliardi di euro mentre Sicilia e Calabria sono in emergenza idrica.
“Da mesi quest’isola è attanagliata da una delle siccità più gravi che si ricordi a memoria d’uomo” spiega il no-pontista Massimo Camerata urlando dal carro che guida il corteo: “È vergognoso che si parli di 15 miliardi per fare un Ponte e che si stanzino 20 milioni per la risoluzione della crisi idrica. Noi l’abbiamo letta la legge e l’abbiamo capita. Li fermeremo ogni palo che pianteranno e ogni rete che metteranno in qualunque fiumara dispersa. A questi non gliene frega un cazzo di fare il ponte. Vogliono distruggere il territorio così prendono due piccioni con una fava: si fanno i piccioli e ci ammazzano a tutti, tanto siamo terroni”.
Se per l’attivista messinese Gino Sturiolo “è uno scandalo”, per il “no ponte” reggino Peppe Marra, il ministro “Salvini in maniera arrogante decide di spingere su un’opera che gran parte del mondo tecnico ci dice essere irrealizzabile e che ci sono forti rischi”.
Secondo l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, storico no-pontista che nel 2002 è salito per protesta sul pilone di Torre Faro, “Salvini non è una persona democratica che vuole confrontarsi. Usa quel potere per fare quello che vuole. Merita molta compassione: prima era contro il ponte, poi è per il ponte. Certo per una persona che deve rappresentare l’Italia, da vicepremier e ministro, è imbarazzante”. Il ddl Sicurezza che prevede anni di carcere per chi protesta contro le grandi opere, per Accorinti “è una cosa molto evidente della debolezza di un governo. Con l’autorità vorrebbero reprimere le idee che è una cosa antidemocratica e perciò fascista. Che vogliono fare? Fermare il vento con le mani?”.
“Il ponte se lo faccia Salvini sulla testa”. Sono le parole del sindacalista dell’Usb Aurelio Monte mentre sfila nelle strade di Messina dietro lo striscione “No al ponte delle menzogne”.
Le somme della manifestazione le tira Domiziana Giorgianni, dei No-Ponte Messina: “Siamo tornati in piazza portando migliaia e migliaia di persone. Questo significa che nonostante le intimidazioni del ddl sicurezza e la propaganda che stanno portando avanti, la risposta del territorio è reale. Questa è la risposta a Salvini, a un soggetto e a un ministro come lui che quando viene in questo territorio non ha la capacità di parlare con gli abitanti ma soltanto di chiudersi dentro le navi”. di Lucio Musolino