Oggi è davvero come allora. “Sul mercato siamo indietro. Lukaku? Non mi piace parlare di altri giocatori, ma per noi sarebbe importante, lo sapete”. Antonio Conte non le manda a dire. Anzi, non le mandava. Perché queste parole sono del luglio 2019, quando durante la tournée asiatica, l’allenatore dell’Inter si esprimeva così a proposito della costruzione della squadra. L’attaccante sarebbe poi arrivato un mese dopo, con somma gioia sua e dei tifosi (in due anni ha portato lo Scudetto). E chissà che a breve non arrivi a Napoli, dove sempre Conte è pronto ad aspettarlo, come una serie di rinforzi che ancora mancano: vedere la partita di Coppa Italia contro il Modena, per credere.

Piccolo passo indietro: la prima ufficiale di Conte al Maradona non è andata come l’allenatore avrebbe voluto. Un faticosissimo 0-0 davanti a cinquantamila tifosi che non lascia proprio il sorriso sulle labbra, nonostante il passaggio di turno arrivato ai rigori. L’attacco fatica a pungere: “Raspadori e Simeone hanno fatto bene”, ha detto nel postpartita, ma le notizie di mercato confermano come il secondo sia comunque in vetrina e in attesa di nuova sistemazione. Chi manca? Lukaku.

Che intanto si allena in Belgio seguendo una tabella di lavoro personalizzata e preparata proprio dallo staff di Conte, in attesa che si sblocchi la situazione in uscita di Osimhen. Sul nigeriano, il ds Manna nel prepartita è stato chiaro: “Vuole andarsene, vedremo nei prossimi venti giorni cosa succederà”. E intanto De Laurentiis valuta l’ipotesi di far arrivare in anticipo il belga, assumendosi il rischio non trovare una soluzione per il giocatore corteggiato da Psg e Arsenal. Una soluzione che servirebbe a placare i primi fuochi dell’allenatore.

“Bagno d’umiltà” – Perché sono soprattutto le sue parole a far suonare la campanella d’allarme. “Rinforzi? Ci servono. Ci sono fatti oggettivi che lo dimostrano. A Napoli molti giocatori non vogliono venire perché non prenderebbero quei soldi che troverebbero da altre parti, o perché non giochiamo le Coppe. Non è facile, ma ho accettato questa soluzione. La partita di oggi (sabato, ndr) per noi deve essere un bel bagno di umiltà”. Un segnale chiaro alla dirigenza, che aveva promesso una squadra il più possibile completa entro l’inizio del campionato. La stagione comincerà la prossima settimana, ma l’allenatore chiede ancora un centrocampista (o due), un esterno offensivo e appunto Lukaku. Non la punta, Lukaku.

Per il primo caso, i nomi sono Brescianini del Frosinone, che è però giovane e avrà bisogno di tempo per crescere, e Gilmour del Brighton, i cui costi sono superiori ai 15 milioni di euro. Per il secondo, invece, gli occhi sono sempre più puntati verso il brasiliano Neres: con il Benfica la trattativa procede, l’esterno non è stato convocato per le amichevoli perché vuole l’Italia. Solo che, piccolo dettaglio, i portoghesi chiedono 30 milioni, che a Napoli sarebbero finanziati solo e soltanto dalle partenze di Simeone (appunto), Cajuste e Natan. Più Osimhen, certo, che con i suoi almeno 90 milioni – spera De Laurentiis, che fino a poco tempo fa ne chiedeva 130 – andrebbe a sistemare i conti e a facilitare anche l’arrivo di Lukaku per altri 30 milioni circa. Una situazione in stallo, in cui la dirigenza predica “pazienza”, mentre l’allenatore spinge sull’acceleratore. Lo rifa, l’ha sempre fatto. Il “pacchetto Conte” è anche questo. E il primo segnale è già arrivato.

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