Negli Stati Uniti, alcune aziende produttrici di tabacco starebbero tentando di aggirare le normative sulla salute pubblica sostituendo la nicotina contenuta nelle sigarette elettroniche con sostanze analoghe, che hanno quindi proprietà simili ma effetti sulla salute ancora sconosciuti. Queste sostanze, inoltre, non verrebbero neanche indicate correttamente sulla confezione. È l’allarme-denuncia che arriva da un gruppo di ricercatori della Duke University e della Yale University in una lettera pubblicata sulla rivista JAMA.
Pur non riguardando direttamente il mercato europeo, dove le regole sulle sigarette elettroniche sono più stringenti, ma solo quello americano, è possibile che determinati prodotti “dubbi” possano arrivare anche in Italia tramite il commercio su Internet. “Il problema della sicurezza dei consumatori è prioritario e le leggi europee su questo sono molto stringenti permettendo di far arrivare sul mercato solo prodotti testati”, spiega Fabio Beatrice direttore scientifico del MOHRE, Osservatorio per la Riduzione del Danno in Medicina. “Ovviamente esiste una quota di mercato occulto che viaggia su Internet e che può sfuggire alla regolamentazione. Ma il mercato Usa e quello europeo – continua – sono molto diversi in termini di tutela. Quello che possiamo consigliare è di acquistare e consumare solo prodotti noti e non scegliere la via del risparmio. È compito degli scienziati poi individuare eventuali sostanze potenzialmente dannose che devono essere vietate”.
Negli Stati Uniti, i prodotti per lo svapo contenenti nicotina sono soggetti alle leggi federali che ne proibiscono la vendita a persone di età inferiore ai 21 anni. “Gli analoghi della nicotina non sono attualmente soggetti al processo della FDA e non sono stati studiati per i loro effetti sulla salute”, spiega Sairam V. Jabba, DVM, Ph.D., coautore dello studio e ricercatore senior presso la Duke University School di Medicina. “La nostra analisi di alcuni di questi prodotti per lo svapo contenenti analoghi venduti negli Stati Uniti – continua – ha rilevato significative e preoccupanti imprecisioni negli ingredienti che questi prodotti dichiarano di contenere e in ciò che contengono effettivamente. Inoltre, è possibile che i produttori stiano tentando di eludere la regolamentazione del tabacco della FDA”.
Una sostanza chimica, nota come 6-metil nicotina, ha dimostrato in esperimenti sui roditori di essere molto più potente della nicotina nel colpire i recettori della nicotina nel cervello e sarebbe anche più tossica. Un’altra sostanza, chiamata nicotinamide, è commercializzata come se colpisse gli stessi recettori cerebrali della nicotina, nonostante ci siano prove che dimostrino il contrario. Gli analoghi della nicotina sono stati inclusi nelle sigarette elettroniche aromatizzate, che, come dimostrato da ricerche precedenti, sono le preferite dai giovani e da chi svapa per la prima volta.
Jabba e il suo team di ricerca hanno analizzato un prodotto di sigaretta elettronica venduto con il marchio Spree Bar, disponibile in almeno nove gusti e contenente il 5% di 6-metil nicotina. I risultati dello studio hanno mostrato che la quantità effettiva della sostanza chimica presente era circa l’88% in meno rispetto a quanto indicato in etichetta. Le sigarette elettroniche contengono anche un dolcificante artificiale fino a 13mila volte più dolce dello zucchero da tavola e un refrigerante artificiale che imita gli effetti del mentolo.
Un secondo marchio di sigarette elettroniche, commercializzato come Nixotine, Nixodine, Nixamide e Nic-Safe, contenente un analogo della nicotina chiamato nicotinamide, anch’esso a livelli inferiori a quelli indicati sulle etichette, e combinato con quantità non dichiarate di 6-metil nicotina. Questo marchio non includeva dolcificanti o refrigeranti. “Questi prodotti sembrano essere concepiti per eludere le leggi e le normative in vigore per proteggere le persone, in particolare i bambini, dagli effetti nocivi del fumo e del consumo di tabacco”, afferma Jordt. “Non sappiamo cosa fanno queste sostanze chimiche quando vengono riscaldate e inalate. Sono domande – aggiunge – a cui si dovrebbe rispondere prima di consentire la commercializzazione di prodotti”. Conclude Beatrice: “Ricordiamo che l’unica scelta sicura è sana è smettere di fumare o non iniziare affatto”.
di Valentina Arcovio