Una posizione netta sulle guerre in corso per arrivare alla pace, un no secco a Renzi e l’ipotesi, qualora il Movimento 5 stelle volesse cambiare, di lasciare. Giuseppe Conte ha parlato in un’intervista alla Stampa e, come punto fermo, ha sottolineato il suo rifiuto di far entrare il leader di Italia Viva nel campo progressista.
“Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo sarà impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”, dice Conte, sottolineando di non fidarsi di Renzi. “Non mi posso fidare di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo. La somma aritmetica poi non funziona: persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più“.
Un’alleanza alternativa alle destre, però, nonostante le distanze col Pd sui temi di Politica estera, va comunque costruita secondo Conte. Perché, spiega, “dobbiamo proporre una vera alternativa alle politiche di Meloni, altrimenti cosa cambia?”. Il Movimento 5 stelle comunque c’è, ed è pronto, tanto, dice da aver avviato “un processo costituente”.
Lo stesso processo costituente che metterà in discussione tutto, persino la collocazione nel campo progressista, e dopo il quale Conte, a seconda dell’esito, si dice pronto anche a lasciare. “Gli iscritti potranno mettere in discussione tutto, altrimenti non sarebbe un processo costituente. Le scelte che abbiamo fin qui operato, come l’indirizzo politico, e anche la mia leadership – spiega – Se all’esito del processo costituente l’assemblea degli iscritti dovesse votare un indirizzo incompatibile con il lavoro svolto finora, sarei il primo a trarne le immediate conseguenze“.
Ma è soprattutto la politica estera a interessare Conte che ribadisce la sua richiesta di richiamare l’ambasciatore da Israele in risposta alle stragi di civili a Gaza. “Penso che limitarsi a chiedere il cessate il fuoco dinanzi a questo massacro quotidiano significhi complicità. Che diventa codardia nel momento in cui, nei passaggi all’Onu dove avremmo potuto esprimere ferma condanna, non l’abbiamo fatto. Meloni ha foga e passione per alzare la voce sul pugilato alle Olimpiadi, ma su quasi 40mila civili morti non ha parole e azioni da spendere. Mi vergogno di questo governo”.
E infine, sull’Europa che ha definito legittimo l’attacco ucraino in territorio russo replica: “Non sono d’accordo con questa improvvida dichiarazione della Ue: con questa azione non siamo più nella logica della difesa perché contribuisce attivamente all’escalation”.