di Venerando Gambuzza

Quante volte abbiamo sentito dire la frase: “Largo ai giovani”? Forse proprio oggi la sentiremo più del dovuto, dato che si celebra la Giornata Internazionale della Gioventù, istituita per sottolineare l’importanza della partecipazione giovanile allo sviluppo della società. Ma c’è davvero spazio per i giovani o sono i giovani a farsi spazio? Se si pensa che in Italia l’ultimo parlamento vede come età media 51,2 anni e solo 65 deputati sotto i 40 anni e che lo stesso parlamento europeo uscente contava solo il 13,4% di under 40, sembra che la seconda sia la risposta corretta.

Questa mancanza di spazi per i giovani si scontra però con la presenza di tanti movimenti giovanili presenti in tutto il mondo. Valorizzare questo contributo è fondamentale, specialmente dove i giovani costituiscono la maggioranza della popolazione come, ad esempio, nel continente africano: infatti oltre il 60% della popolazione ha meno di 25 anni, anche se l’età media dei leader politici è di 62. Questi dati ci dimostrano la necessità di avere un cambiamento reale dal punto di vista politico, ma soprattutto provano il bisogno di noi giovani di batterci per avere uno spazio concreto e un peso reale sui processi decisionali, che impatteranno necessariamente le nostre vite nei prossimi anni.

È proprio per questo che, in qualità di Youth Ambassadors di One Campaign, noi giovani volontari e volontarie ci battiamo per creare quello spazio che ci permetta di interfacciarci con i decisori politici e di contribuire ad un mondo più equo per tutti. Infatti, le decisioni prese oggi avranno ripercussioni dirette sulle generazioni future ed ignorare quelle voci significa trascurare chi dovrà effettivamente convivere con le conseguenze di tali decisioni, le loro esigenze e le aspirazioni. La rappresentanza dei giovani è di particolare importanza quando si trattano temi come lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico. Su queste questioni, l’attivismo giovanile vede tanti protagonisti, come Greta Thunberg, che, con il “Fridays for Future”, ha dato un enorme contributo mediatico sulla questione climatica, o anche nomi di diversi africani e africane.

Ad esempio, Vanessa Nakete che si è impegnata, oltre che per la crisi climatica, anche per il razzismo e l’inclusione; Coumba che ha fatto del suo motto «insegui i tuoi sogni e proteggili» un modo per battersi per la parità di diritti e per l’uguaglianza e il giovane Ibrahim, con il progetto Heroes, si è battuto per il diritto all’istruzione. Proprio in Africa, le crisi contingenti che il continente dovrà affrontare risultano amplificate; bisogna, quindi, assicurarsi di ascoltare le voci di tutti e di prendere in considerazione. Ma come fare? È necessario che i decisori politici incomincino ad includere i giovani nei loro dibattiti per arricchire il confronto con idee e soluzioni valide e alternative.

Da questa analisi, è evidente l’esigenza che abbiamo di farci sentire. L’apatia di questa generazione è sintomo quindi di una cattiva interpretazione che si ha sul nostro modus operandi. Ciò lo si evince dalle azioni quotidiane che ogni attivista di One Campaign porta avanti e dalle voci di tanti e tante giovani che si uniscono per attuare un vero cambio di paradigma a partire da quei principi di cui questa generazione si fa portavoce. L’attivismo giovanile, infatti, ha dimostrato di avere un impatto significativo, portando a trasformazioni concrete in tutto il mondo, con l’auspicio che sempre più giovani attivisti possano rendersi protagonisti di queste azioni.

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