“Un uomo”, “un pugile transgender”, “il trans”, “l’atleta in transizione”, “l’uomo diventato donna”. Il trionfo alle Olimpiadi di Parigi di Imane Khelif è stato accompagnato, fin dal suo esordio sul ring, da un’ondata di fake news e polemiche. La pugile algerina, medaglia d’oro dei pesi welter, ha dovuto combattere sia le sue avversarie che l’odio e la disinformazione sulla sua identità di genere. I commenti fuori luogo e le illazioni sui social hanno tenuto impegnati molti utenti, anche nomi “illustri” della politica nostrana e internazionale, dello spettacolo e dello sport. Per questo, prima di lasciare Parigi con la pesante medaglia al collo, l’algerina ha depositato alla procura di Parigi una denuncia contro ignoti per “atti di cyberbullismo aggravato“. L’atleta e il suo staff avevano deciso di aprire un fronte giudiziario per combattere la campagna d’odio già prima della finale. Ma hanno aspettato che Khelif battesse la cinese Liu Yang 5 a 0, concludendo la migliore serie di combattimenti della sua carriera pugilistica, prima di procedere con la denuncia.
Alla denuncia contro ignoti l’avvocato di Khelif, Nabil Boudi, ha allegato anche un faldone, contenente decine di messaggi e post online, tra cui anche quelli di politici internazionali, per esempio Donald Trump, e italiani. Molti nomi dei “cyberbulli”, infatti, sono noti al difensore della pugile. Tra gli esponenti della maggioranza che hanno commentato la vicenda ci sono Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Matteo Salvini e Daniela Santanché. È probabile, però, che la giustizia francese si dichiari non competente per quanto riguarda profili social di altri Paesi. Secondo una stima, i post con contenuti offensivi su Khelif hanno avuto circa due milioni di visualizzazioni.
“Abbiamo sporto denuncia per la giustizia, la dignità e l’onore”, ha annunciato l’avvocato Boudi, citato da Repubblica. “Abbiamo assistito alla più grande campagna mondiale di cyberbullismo scatenata contro una singola persona. Le ingiuste aggressioni subite dalla campionessa di pugilato rimarranno la più grande macchia su questi Giochi Parigi”, commenta l’avvocato.