Polemica sul vademecum diffuso dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per informare gli istituti delle modifiche contenute nel decreto Carceri. A sollevarla è l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. Nel mirino del sindacato è una disposizione prevista dal Dap, contenuta in una circolare distribuita in queste ore. “Ogni volta che il ristretto farà una istanza per le misure alternative alla detenzione, automaticamente il magistrato di sorveglianza applicherà la riduzione per la liberazione anticipata“, si legge nel vademecum sul provvedimento, che sui indicazione del Dap dovrà essere reso fruibile “con distribuzione diretta ai detenuti e internati”.

Nel documento, indirizzato a provveditori e direttori degli istituti che dovranno poi diffonderlo nelle strutture, vengono spiegati in sette punti diverse “novità migliorative della condizione detentiva introdotte dal decreto”. Tra queste, l’aumento del numero di telefonate a disposizione per le persone ristrette, oltre ad altri provvedimenti e facilitazioni di tipo burocratico previsti dalle normative. Tra le altre cose si prevede che “la pena verrà ridotta di 45 giorni ogni sei mesi, automaticamente senza necessità di fare alcuna istanza al magistrato di sorveglianza, se il ristretto parteciperà alle attività di rieducazione”. Nel mirino è finito un concetto semplificativo dell’articolo cinque dello stesso decreto, quello sugli interventi in materia di liberazione anticipata. Al punto quattro del vademecum si legge: “Ogni volta che il ristretto farà una istanza per le misure alternative alla detenzione, automaticamente il magistrato di sorveglianza applicherà la riduzione per la liberazione anticipata”.

Due righe pesantemente contestate dal sindacato Osapp, che con il suo segretario attacca: “Si afferma erroneamente che ogni volta che un detenuto presenta un’istanza ha diritto ai giorni di liberazione anticipata. Questa è una dichiarazione non solo falsa, ma anche pericolosamente fuorviante“, dice Leo Beneduci, il quale sottolinea “un macroscopico errore che un dipartimento del ministero della Giustizia non può permettersi”. Il sindacalista della Polizia penitenziaria spiega: “Al punto 4 del documento si afferma erroneamente che ogni volta che un detenuto presenta un’istanza ha diritto ai giorni di liberazione anticipata. Questa è una dichiarazione non solo falsa, ma anche pericolosamente fuorviante”. Secondo Beneduci il vademecum “non è stato tradotto in altre lingue, creando ulteriori barriere in un sistema carcerario che ospita detenuti di diverse nazionalità. Questa mancanza non è solo una svista, ma un’esclusione deliberata che complica ulteriormente la comprensione e l’applicazione delle norme”. Per il segretario dell’Osapp “questo vademecum non è solo un documento mal scritto, ma il simbolo di un sistema che ha perso la bussola, è il riflesso di un’amministrazione che naviga a vista, incapace di comprendere le proprie leggi, figuriamoci di applicarle con giustizia ed equità”.

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