Una bambina di 11 anni e la mamma di 34 sono state ferite in un accoltellamento avvenuto nel pieno centro di Londra, nella zona dei negozi di Leicester Square. L’aggressore è stato fermato grazie all’intervento di un addetto alla sicurezza e subito dopo arrestato dagli agenti accorsi. Stando alle prime indiscrezioni, non si ritiene che l’attacco sia legato al terrorismo. Al momento, scrive su X la polizia di Westminster non ci sono altri sospettati. Le due ferite sono state trasportate in ospedale: la bimba è stata ricoverata, ma non è in pericolo di vita, mentre la 34enne ha riportato ferite minori.
L’aggressione arriva a due settimane esatte dalla terribile strage di Southport, vicino a Liverpool. Costata la vita a tre bimbe e imputata al raptus di un 17enne armato di coltello, da quell’evento sono scaturiti giorni di disordini organizzati dai gruppi dell’ultradestra nel Paese, durati sino alla settimana scorsa e alimentati da un’ondata di disinformazione e ‘fake news’ sull’identità dell’aggressore. L’accoltellamento di Leicester Square è stato fermato grazie all’intervento di un 29enne di nome Abdullah, che lavora come guardiano nel negozio Twg Tea, boutique di lusso del tè. “Ho sentito un urlo e sono uscito: ho visto un uomo sui trent’anni con un coltello”, ha spiegato alla Bbc. “Stava pugnalando la bambina e gli sono saltato addosso – ha raccontato ancora Abdullah già acclamato come eroe del giorno sui media – gli ho preso la mano dove teneva il coltello e l’ho atterrato. Era mio dovere salvarle”. Un ulteriore aiuto l’hanno dato altre persone per immobilizzare l’aggressore mentre i commessi del negozio hanno prestato soccorso alla bimba e alla donna in attesa di polizia e paramedici. Alla scena hanno assistito decine di turisti, anche italiani.
Il rischio è che quanto avvenuto nella capitale britannica possa in un qualche modo alimentare nuove tensioni in un Paese già profondamente scosso. Downing Street proprio questa mattina ha avvertito sul fatto che lo stato di allerta resta elevato malgrado la ‘de-escalation’ degli scontri nelle strade verificatasi nel weekend. E lo stesso premier laburista Keir Starmer ha cancellato le sue vacanze in Europa continentale preferendo restare nel Regno, tra Londra e la residenza governativa di campagna dei Chequers, nel timore di nuovi ‘riots’. Intanto procedono a ritmo serrato i processi per direttissima dei tribunali inglesi contro i responsabili dei disordini e fra le persone dichiarate colpevoli c’è stato perfino un 12enne – il più giovane finora fra i teenager finiti alla sbarra – per aver scagliato oggetti contro la polizia nel corso di una protesta violenta a Southport. Questo rivela come agli scontri, oltre alla componente di un estremismo xenefobo rivolto contro i migranti e le comunità musulmane, abbia partecipato anche un settore più ampio e marginale della società britannica. Intanto non si placano le polemiche sul fronte politico: la ministra degli Interni Yvette Cooper ha condannato il “comportamento vergognoso” di “alcuni politici che hanno cercato di minare la legittimità e l’autorità della polizia” durante i disordini. Non ha fatto alcun nome ma si riferisce chiaramente a chi come il leader del populista Reform UK, Nigel Farage, aveva messo in dubbio l’operato della polizia subito dopo la strage di bambine a Southport – dove ieri è stato celebrato il funerale di una vittima, la piccola Alice da Silva Aguiar – contribuendo così ad alimentare la vasta disinformazione online alla base dei ‘riots’.