È il primo giorno senza Giochi Olimpici dopo sedici giorni di gare, emozioni, medaglie d’oro e fallimenti sportivi. I tanti parigini che hanno abbandonato la città per paura di non riuscire a vivere la propria quotidianità o per affittare l’appartamento a turisti, possono riprendere possesso della loro casa. Gli italiani davanti alla tv dovranno trovare un’alternativa a un palinsesto che anche grazie allo streaming di varie tv è stato ricchissimo come non mai.
Beh, chi ha seguito l’Olimpiade per lavoro o per passione sta per rincasare stanco per via dei ritmi spesso forsennati ma con la valigia piena di esperienze ripetibili solo ogni quadriennio. Mancherà l’Olimpiade e mancherà Parigi, città bella come non mai in questi giorni. L’inaugurazione sotto la pioggia e con gli atleti messi in secondo piano rispetto alle edizioni precedenti non aveva fatto ben sperare.
Eppure sono stati bei Giochi. L’organizzazione è stata ottima, con migliaia di volontari, giovanissimi ma anche anziani, pronti a regalarti un sorriso e magari anche un’indicazione talvolta sbagliata ma con atteggiamento sempre positivo. I mezzi di trasporto funzionavano, certo la città è immensa, i luoghi di gare distanti tra loro e ci sono stati spostamenti lunghi che prevedevano “rotture di carico” anche frequenti. I prezzi sono certamente aumentati: quattro euro per il costo di un viaggio in metro sembra esagerato, ma tant’è, una birra media intorno ai dieci (mentre nel food and beverage ufficiale niente alcol e pagamento solo con Visa: se non ce l’avevi, te la facevano al momento). E i ristoranti chiudevano un po’ troppo presto per chi cercava un pasto vero dopo l’evento serale. Anche in centro le cucine erano chiuse prima delle 23.
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La città è apparsa sicura. Tantissime le forze dell’ordine schierate, tutto è sembrato tranquillo, quasi “ripulito”: senza fissa dimora non se ne sono visti, nemmeno nelle zone periferiche. Chissà dove li avranno raggruppati in queste settimane. L’iniziale timore di attentati è svanito col passare delle ore.
Forse davvero i parigini si sono pentiti della fuga, anche se va detto che vivere la quotidianità non deve essere stato facile per loro. Si sono viste strade chiuse, con la possibilità per esempio di rimanere bloccati di sera da una maratona amatoriale in pieno centro (però anche qui che storia indimenticabile per i runner con la fortuna di iscriversi). E gli aneddoti sono diversi. Un cameriere bolognese, per esempio, l’altro giorno si lamentava di non poter andare dalla nuova fiamma in motorino, di dover dunque prendere i mezzi pubblici e di conseguenza, a una certa ora guardare l’orologio, salutare la bella e tornarsene a casa.
L’Olimpiade è stata anche vedere intere famiglie indossare i colori del proprio Paese. Brasiliani, turchi, americani… ma pure panamensi, uzbeki e francesi (tanti provenienti da fuori della capitale) che hanno sempre incitato i loro beniamini. Allez, allez! Che fossero in gara in uno sport minore o in quelli più importanti. Che l’atleta gareggiasse per la medaglia o fosse all’ultimo posto. Esistono molti turisti olimpici, che fanno le vacanze ogni quadriennio per poter assistere ai Giochi. In giro anche gente con addosso la maglietta di Rio 2016.
I biglietti sono stati acquistati online nei mesi scorsi, ma tante erano le occasioni anche last minute. Il sito ufficiale ne metteva in vendita ogni giorno e poi c’era la possibilità anche di rivendita sicura, con alert su ogni altro sito di “bagarinaggio” nel web. Ma alcune piattaforme hanno regalato belle chicche all’appassionato. Ovviamente a suo rischio e pericolo.
Tra quattro anni tocca a Los Angeles, dall’Italia molto più distante. Però vedere i Red Hot Chili Peppers suonare sulla spiaggia che si affaccia l’oceano nella cerimonia di chiusura e il passaggio di consegne tra le due città, ha fatto venire voglia di esserci nuovamente.